Sabato, 5 Luglio 2025

Salento Puglia e mondo

La confusionaria gestione delle epidemie del presidente della Regione Puglia

EpidEmiliano, dalla Xylella al coronavirus

Michele Emiliano Michele Emiliano | © La Voce

In Puglia tutto è iniziato con la grande messa del Papa in piazza a Bari domenica 23 febbraio alla presenza di vescovi e patriarchi di 20 Paesi del mediterraneo, il presidente Mattarella, ministri e parlamentari, 50 mila persone da tutta Italia, e naturalmente a fare gli onori di casa Michele Emiliano. Unico assente il Presidente del Consiglio Conte, costretto ad anare perchè proprio in quel giorno impegnato in 13 dirette televisive per spiegare alla popolazione le misure draconiane del decreto emergenziale coronavirus approvato la sera prima.

Da giorni gli esperti della materia avevano chiesto di anare l’evento, il professor Lopalco lo aveva definito “un caso da manuale per diffondere contagio”, e Burioni aveva invitato i pellegrini a pregare da casa. Ma Michele Emiliano pregustando l’occasione di gigioneggiarsi in selfie e strette di mano col Papa e Mattarella sentenziò laconico: “bisogna spiegare che non è una malattia molto diversa dalle altre influenze ...è un virus che siamo perfettamente in grado di fronteggiare”, le ultime parole famose, speculari a quelle di quando annunciò di aver portato la Puglia fuori dall’emergenza xylella.

A fargli da ventriloquo come sempre il sindaco Decaro «A chi sta chiedendo di bloccare la messa in piazza con papa Francesco domani a Bari per la paura di un contagio, ho il dovere di ricordare che ogni giorno arrivano a Bari centinaia di migliaia di persone per lavoro, studio, cure mediche, shopping, svago e turismo, affollando strade, universitàà, centri commerciali, ospedali, stadio, palazzetti dello sport e della musica. Dovremmo bloccare tutto questo? Dovremmo bloccare la vita della nostra città?”

Così in difesa dell’immagine della Puglia nel mondo(!) venne bollata come lobby del catastrofismo chi chiedeva cautela alle vetrine del Presidente.

Il giorno dopo come chiesto dal Governo viene istituzionalizzata la task forse regionale, e a capo ovviamente c’è direttamente Michele Emiliano, che per caso, curriculum o megalomania, è anche assessore regionale alla sanità (oltre che all’agricoltura).

Da quel giorno si mette addosso la maglietta della protezione civile personalizzata col suo nome (neanche Salvini era mai arrivato al nome sulle divise) e ogni sera alle 23 manda bollettino a sua firma.

La prima ordinanza da lui emanata è solo un invito a censimento volontario, per chi rientra dal nord a comunicarlo alla Asl. Non un obbligo, come il governo chiedeva, ma un invito. Intanto scoppia il panico, perchè Asl, medici e numero verde non erano pronti e i pazienti hanno intasato il 118.

Arriva subito il primo caso in Puglia. E scoppia il giallo del paziente di Torricella scappato da Codogno. Il primo a rivendicarne la conoscenza è un medico di Torricella che è anche consigliere regionale di maggioranza di Emiliano. Dice di essere stato contattato dal paziente che aveva avuto permesso a partire, e di aver poi avvertito i sanitari. Su come sia potuto tornare da Codogno già dichiarata zona rossa ci sono diverse versioni ufficiali, il Sindaco dice che non era mai stato a Codogno, il dirigente della asl dice che ci è andato prima della zona rossa, e il paziente dice che era libero di muoversi per Codogno. A quel punto si scoprono positivi anche moglie e fratello (a cui il tampone è stato fatto pur essendo asintomatici), i quali nei giorni seguenti pur sapendo di essere stati a contatto con un paziente proveniente del focolaio sono andato tranquillamente a lavorare. Emiliano chiude tutte le scuole della provincia di Taranto.

A quel punto parte la verifica per mettere in quarantena i 113 passeggeri dell’aereo con cui il paziente di Torricella era rientrato da Malpensa. E’ Michele Emiliano in prima persona a guidare il ritrovamento, ma dei 113 restano ancora 31 introvabili, e potenzialmente contagiati, liberi in giro per la Puglia.

Ma per Emiliano la situazione è ancora sotto controllo. Il giorno dopo si tiene in commissione regionale sanità una audizione sul virus chiesta dall’opposizione. “Non desertificherò la Puglia” dice Emiliano- “Il pericolo maggiore, dopo il virus, sono le parole. E per questo stiamo cercando di parlare il meno possibile" dal giorno dopo tiene una conferenza stampa al dì in divisa della protezione civile versione Borrelli alle cozze pelose.

“Non si può parlare di situazione fuori controllo, e non vanno quindi predisposte misure che paralizzino la vita della comunità, altrimenti metteremmo ogni comparto in ginocchio e rialzarsi sarebbe difficile" -dice in audizione- "Le ordinanze aumenterebbero il panico, mentre invece occorrerebbe adottare misure che spieghino al mondo intero che la Puglia non è un focolaio pericoloso” una settimana dopo in diretta facebook e divisa annuncia l’emanazione di una ordinanza, contro la decisione del governo, invitando gli studenti se volessero ad assentarsi da scuole, e se non volessero ad andare.

E ancora Emiliano in audizione "provincializzare e non regionalizzare l'emergenza, perché il lodigiano non è tutta la Lombardia, così come un episodio circoscritto non può essere riferito alla Puglia intera, e nessun divieto per manifestazioni sportive”, una settimana dopo dirà “noi siamo contrari a che la partita Lecce Atalanta si tenga, ma ha deciso il governo”.

E infine: “Ricordando comunque che in un paese come l'Italia ogni anno 8 milioni di abitanti contraggono virus influenzali, e ne muoiono migliaia. Il Coronavirus non ha pericolosità diverse da una normale influenza”.

Il giorno dopo la decisione del Governo di chiudere le scuole di tutta Italia dirà “grazie all’intervento della regione Puglia il Governo ha deciso di chiudere le scuole”.

Nel frattempo mentre ancora diceva che l’emergenza in Puglia non esisteva, inviava una lettera a Franceschini chiedendo stato di calamità e contributi a pioggia per almeno 3 milioni di euro per le imprese del turismo musica e spettacolo pugliese.

Nasce pure il giallo della seduta del consiglio regionale anato dal presidente del consiglio regionale che scrive “anato per ragioni precauzionali coronavorus” andando a cancellare tutta la narrazione fatta fino a quel momento da Emiliano secondo la quale in Puglia era tutto ok. Infatti qualche ora dopo arriva comunicato di Emiliano: “non c’è nessuna precauzione, il Consiglio è rinviato solo che sono impegnato a guidare la task forse sul coronavirus”. Ma senza emergenza.

E così mentre persino il mitico tribunale di Trani ana tutte le udienze, Emiliano annuncia l’istituzione dei triage presso 8 ospedali con reparto infettivi. Solo che non riesce ad avvisare tutti i pazienti, che ovviamente si recano dove ci sono i pronto soccorsi. E cosi dopo qualche giorno cambia anche quella direttiva, e si passa alle tende negli ospedali con ps, annunciando l’intervento dell’esercito. Triste ironia della sorte una tenda allestita per emergenza coronavirus viene spazzata via dal vento, con una immagine simbolo di ciò che è la sanità, e non solo, in mano a Michele Emiliano. Certo il vento che spazza via una tenda per triage poteva capitare ovunque, ma guarda caso è successo in Puglia. E quindi dopo quest’altro successo, alla tende sostituisce i conteiner.

L’ultima performance è quella plateale di San Marco in Lamis. Un defunto viene scoperto positivo dopo il decesso, ma il medico legale della Asl di Foggia dà l’autorizzazione ai funerali prima dell’esito del tampone, e cosi si scoprono positivi due parenti, il medico di base, e sua moglie. Settanta in paese vengono rintracciati e messi in quarantena, ma è a rischio mezza città che ha partecipato ai funerali.

In fin dei conti Michele Emiliano non è riuscito a fermare la xylella, figuriamoci il coronavirus.

Annarita Digiorgio su "Il Foglio"

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