
Svolta nelle indagini sulla morte della bimba di 7 anni a seguito di un incendio notturno scoppiato l’8 gennaio in un appartamento nel centro storico di Servigliano nel Fermano, dove la piccina dormiva con la madre e la sorellina di 4 anni.
Alla 38enne vengono contestate le ipotesi di reato di incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato. Negli ultimi giorni, anticipa Il Resto del Carlino, gli assistenti sociali dell'area di Fermo e i carabinieri avevano provveduto a trasferire la figlia più piccola della donna in una struttura protetta.
Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, la madre l'avrebbe uccisa e poi abbandonata tra le fiamme per coprire le prove. La tesi, spiega il quotidiano, è stata formulata dal sostituto procuratore, Francesca Perlini, e accolta dal gip del tribunale di Fermo, che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la donna con l'accusa di omicidio volontario.
La madre, appena dimessa dall'ospedale dove era stata assistita per le ustioni e la lieve intossicazione subite nell'incendio, è stata subito portata in caserma per essere ascoltata di nuovo. In questa occasione, anche a seguito degli elementi raccolti nell'inchiesta, è scattato il fermo di indiziato di delitto. Secondo il sindaco di Servigliano Marco Rotoni la famiglia, composta anche dal padre delle bimbe, un 38enne operaio edile kosovaro, che non era in casa al momento del rogo, si era trasferita in paese a settembre e da allora "non si era mai rivolta all'amministrazione e faceva poca vita sociale".
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