Si è concluso ieri con l’ascolto dei cinque minorenni savesi affidati alle comunità, il giro degli interrogatori di garanzia dei venti indagati nell’inchiesta «bad boys» accusati di aver estorto denaro e vessato un disabile del posto che dopo sei anni di soprusi ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri della stazione di Sava. I cinque ragazzi, assistiti dagli avvocati di fiducia, Fabio Falco, Antonio Liagi e Pasquale Fistetti, hanno risposto alle domande del gip Paola Morelli e del pubblico ministero, Lelio Fabio Festa, ammettendo di aver ricevuto denaro dal sessantunenne ma negando di aver esercitato nei suoi confronti alcuna pressione o minacce.
Secondo la versione unanime degli indagati, sarebbe stata la stessa presunta vittima ad offrire loro piccole somme di denaro. Hanno poi ammesso di essersi recati alcune volte nella sua casa con la richiesta di soldi, ma quando il pensionato diceva di non averne se ne andavano senza fare storie e soprattutto, hanno detto, senza violenza o minacce. Qualcuno di loro ha chiesto scusa dichiarandosi non cosciente del male arrecato.
Terminata la fase degli interrogatori, il collegio difensivo di tutti gli indagati tenterà la carta del tribunale del riesame con la speranza di ottenere la libertà o misure meno restrittive per i rispettivi assistiti.
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