
Il sindaco Gregorio Pecoraro, eletto ieri con il 51,49% dei voti contro il suo avversario Domenico Sammarco, è il primo manduriano ad essere incoronato per tre volte come primo cittadino direttamente dal popolo. Sempre in vantaggio negli scrutini, seppur di pochi voti, la costanza si è mantenuta sino alla fine raggiungendo uno scarto di circa 400 voti che gli hanno consentito di festeggiare ancora prima che tutte le sezioni chiudessero i conti. Una vittoria per molti inaspettata per altri meno, anticipata dal nostro sondaggio Facebook che dava uno scarto maggiore tra i due candidati. Quando la vittoria era nell’aria Pecoraro si è presentato nel suo comitato elettorale di Piazza Garibaldi ricevuto da un applauso trionfante dei suoi sostenitori. Entusiasmo che saliva man mano che dai seggi arrivavano i risultati finali, tutti con Pecoraro vincitore. Alle 16,15, dopo appena un’ora dallo spoglio, il neo sindaco si è offerto per un applauso del pubblico sempre più numeroso richiamato anche dai dati che il nostro giornale ha pubblicato praticamente in diretta sin dall’apertura delle prime schede.
«Chi pensava che non ce l’avremmo fatto si sbagliava», ha detto Pecoraro preannunciando una politica di coesione con tutte le componenti della città e promettendo di affidarsi alla forza dei giovani. «Tra cinque anni toccherà a voi, perché già sono vecchio adesso, figuriamoci nel 2025», ha chiosato il sindaco facendo un rimando, nemmeno tanto velato, alle accuse del suo competitor che ha costruito tutta la sua campagna elettorale sulla «politica riscaldata e sui vecchi della politica».
Mentre davanti alla sede elettorale di Pecoraro si festeggiava, a meno di duecento metri di distanza, il candidato sconfitto, Domenico Sammarco, davanti alla sede del suo circolo elettorale, teneva un piccolo comizio di fronte ad una trentina di suoi sostenitori. «Anche senza di noi Manduria tornerà ad essere grande», ha detto Sammarco dopo aver ringraziato, commosso, chi lo ha sostenuto in questa estenuante campagna elettorale. La sconfitta non ha intaccato la sua verve piccata e a tratti verbalmente violenta. «Noi siamo davvero quelli che cambieranno la città, anche a costo di fare una dura battaglia qualora dovesse esserci un’amministrazione non funzionante», ha urlato Sammarco prima di recarsi nella sede di Pecoraro per una stretta di mano diplomatica e apparentemente cordiale.
Nazareno Dinoi
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1 commento
La Francy
mar 6 ottobre 2020 12:10 rispondi a La FrancyLa cosa più interessante di tutta questa storia risulta quel numero di telefono sotto quel cartello " Affittasi " ....e'proprio vero il detto che " il diavolo fa le pentole e non fa i coperchi ......ora capisco il motivo per cui si sperperano tanti soldi pubblici in giubbotti di un certo tipo ....Santa pazienza ????????????????