
Ormai vicino alla pensione, il giudice Giuseppe Tommasino si mette in politica. Alle prossime elezioni amministrative, l’ex capo dei gip del Tribunale di Taranto concorrerà per un posto di consigliere della Regione Puglia nella coalizione del candidato presidente Raffaele Fitto. Il suo nome sarà ospitato con molta probabilità nella lista di Fratelli d’Italia oppure troverà posto in una delle liste del presidente. Sessantanove anni compiuti, il magistrato nel 1994 aveva già tentato la carta della carriera politica candidandosi senza essere eletto per un posto alla Camera dei deputati. Nel suo collegio (è di Manduria dove vive con la famiglia), ottenne il 21,5% delle preferenze contro il 28,5% dell’allora candidato di sinistra, Ugo Malagnino, anche lui di Manduria e il 34,1% dell’avvocato torricellese di Alleanza Nazionale, Antonio Del Prete. Tommasino allora partecipò con il «Patto per l’Italia!, una coalizione elettorale di centro costituita in occasione delle elezioni politiche del 1994 che concorreva con propri candidati alternativi sia alla sinistra dei Progressisti, sia alla destra del Polo delle Libertà e del Polo del Buon Governo. Questa volta il gip ha fatto una scelta di campo molto chiara schierandosi sin da subito contro il suo collega e governatore uscente, Michele Emiliano.
La passione per la politica è stata ancora presente nella famiglia Tommasino con il fratello Paolo, medico psichiatra a Milano, eletto sindaco di Manduria nel 2010 a capo di una maggioranza di centrodestra che dopo appena due anni lo sfiduciò provocando lo scioglimento anticipato della consiliatura e la gestione commissariale della città.
L’ex magistrato manduriano, che nella sua città gode dell’appoggio dei partiti e movimenti del centrodestra, ha già avuto l’endorsement dell’ex sindaco di Manduria, Roberto Massafra che sui social lo ringrazia per essergli stato vicino nel periodo più brutto dell’esperienza sindacale, quello dello scioglimento per infiltrazione mafiosa della sua amministrazione. «Io voterò Tommasino – scrive l’ex sindaco – perché è stato l’unico personaggio pubblico che ha preso posizione contro quella porcata ordita dal Partito democratico e soci che è stata lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa». In effetti l’aspirante consigliere regionale, in occasione di un evento pubblico a cui partecipò invitato dall’ex sindaco Massafra (l’annuncio da parte degli ex amministratori «sciolti per mafia» di un ricorso al Tribunale del Lazio contro il decreto di scioglimento firmato dall’allora ministro dell’Interno, Carlo Minniti), usò parole durissime contro tale provvedimento. «Il decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Manduria – disse - è stato un atto imprevedibile, grave e ingiusto. È stato fatto un uso distorto, bieco e spregiudicato del potere».
In questa campagna elettorale, straordinariamente estiva, nella sua città il giudice se la dovrà vedere con il consigliere regionale uscente Luigi Morgante e il primario del pronto soccorso dell’ospedale cittadino, Francesco Turco che pescano entrambi nello stesso bacino elettorale di centrodestra (Forza Italia il primo e Lega Salvini il secondo) e, dall’altra parte, con la candidata di Michele Emiliano, Rossella Moscogiuri, farmacista, direttrice di dipartimento della Asl di Taranto.
Nazareno Dinoi
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3 commenti
Realtà
sab 18 luglio 2020 12:06 rispondi a RealtàGira e rigira...politicamente empre li stessi cari Manduriani. Riflettete
Manduriano
sab 18 luglio 2020 10:58 rispondi a MandurianoPeccato che questo stimato Signore e professionista al quale va la mia stima e rispetto si sporchi in una politica che non esiste. Ho sospetti che dietro le quinte, a livello locale, ci sono vecchi amministratori locali che non mollano mai non riescono a mettersi da parte. La gente non è scema e da fuori si vedono tutti i giochi e i movimenti che secondo loro sono segreti!
Domenico
sab 18 luglio 2020 08:19 rispondi a DomenicoÈ vero che Manduria ha bisogno di legalità; ma, con tutto il rispetto per le persone, sicuramente meritevoli di stima, mi sembra eccessivo ricostruire una sorta di tribunale in Comune sbilanciato, se non ho capito male da osservatore esterno, verso un centro destra conclamato. Per la verità anche il centro sinistra locale appare molto centro e poco sinistra. Comunque, se questo è il quadro, sia fatta la volontà popolare. Avverto solo che i valori che ispirano dx e sx non sono uguali e restano differenti anche nell' attuale camaleontismo elitario dilagante.