«E’ un provvedimento sconcertante, così come è sconcertante ipotizzare che soli otto posti letto nel reparto di Cardiologia possano bastare a soddisfare le esigenze e le aspettative delle persone con problemi cardiaci a Manduria e nei comuni limitrofi». Il consigliere regionale, Luigi Morgante, manduriano, condanna così la decisione di chiudere il reparto di terapia intensiva cardiologica del Giannuzzi di Manduria. Ricordando le mancate promesse del presidente Michele Emiliano che aveva assicurato la chiusura del reparto solo dopo l’attivazione del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto, Morgante si rivolge proprio al governatore per conoscere «il reale futuro dell’ospedale Giannuzzi di Manduria e di Nefrologia, al netto di promesse poi dimenticate e tradite».
Pungente il commento della consigliere regionale di Forza Italia, Francesca Franzoso che fu l’unica, un anno fa, a chiedere la modifica del piano di riordino che prevedeva appunta la chiusura dell’Utic e della nefrologia di Manduria.
«Oggi – scrive Franzoso - assistiamo alla cronaca di un delitto annunciato e chi allora politicamente decise di fidarsi oggi si straccia le vesti». Per Franzoso ora diventa indispensabile «la revisione del documento (quello che dispone i tagli dei reparti, Ndr), perché carta canta e villano dorme. I cittadini di Manduria – si chiede la consigliera di Torricella -, avranno la forza questa volta di ribellarsi all’ennesima presa in giro da parte del governo regionale e dei suoi sodali?».
L'UTENTE
Un reparto che funziona benissimo, di che se ne dica del nostro ospedale, con professionisti medici, infermieri, inservienti e tutto ciò che lo compone si un’innata ed amorevole predisposizione verso il prossimo. Ahimè, io ed anche miei familiari ci siamo stati in Utic e vi debbo dire che sono persone speciali, come giusto che sia. Umanità e professionalità la fanno da padrone. Dopo questa notizia sono molto dispiaciuto che un ramo della cardiologia chiuda, perchè il primo soccorso è fondamentale specialmente in molti casi. Ho assistito, mentre ero loro “ospite”, a casi di urgenze ed anche a casi estremi dove per la gente il filo che divide la vita e la morte era sottilissimo e quegli “angeli” li hanno salvati. Scusate il gioco di parole ma una mano al cuore qualcuno la dovrebbe mettere e valutare meglio quanto importante sia l’Utic e tutto il reparto. Spero che questo non accada mai, soprattutto nel rispetto della gente, dei pazienti e di chi lavora in prima linea. (Gregorio Fragola)
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