Ancora un errore nella gestione amministrativa del comune di Manduria. E questa volta la bocciatura viene dal più alto organi di controllo delle leggi: l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha, di fatto, stracciato la delibera con cui la maggioranza del sindaco Pecoraro aveva prorogato senza gara, sino al 31 dicembre del 2033, le concessioni demaniali alle società che occupano gli arenili della costa manduriana. Aveva quindi ragione il garante della concorrenza ad opporsi all’atto deliberativo e ragione aveva anche il gruppo consiliare dei Progressisti che con il capogruppo Domenico Sammarco aveva sollecitato l’intervento del Garante. Aveva visto giusto anche il consigliere comunale Mimmo Breccia che in una interrogazione chiedeva al sindaco di non rinnovare in blocco e aspettare l’approvazione del piano delle spiagge.
L'adunanza plenaria di ieri, rimarcando «l’eccezionale capacità attrattiva del patrimonio costiero nazionale», ha affermato che la «perdurante assenza» - nonostante i ripetuti annunci di un intervento legislativo di riforma, mai però attuato - di un’«organica disciplina nazionale delle concessioni demaniali marittime», genera «una situazione di grave contrarietà con le regole a tutela della concorrenza» imposte dal diritto dell’Ue, perché «consente proroghe automatiche e generalizzate delle attuali concessioni (l’ultima, peraltro, della durata abnorme, sino al 31 dicembre 2033), così impedendo a chiunque voglia entrare nel settore di farlo».
Secondo il Consiglio di Stato, dunque, il confronto concorrenziale, oltre ad essere imposto dal diritto Ue, «è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero e una correlata offerta di servizi pubblici più efficiente e di migliore qualità e sicurezza, potendo contribuire in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessità».
Da rifare quindi la delibera di consiglio, anando la precedente, secondo i nuovi crismi di legge che solo per consentire alla Pubblica Amministrazione di «intraprendere sin d’ora le operazioni funzionali all’indizione di procedure di gara», chiarisce il giudizio supremo, per «consentire a Governo e Parlamento di approvare doverosamente una normativa che possa finalmente disciplinare in conformità con l'ordinamento comunitario il rilascio delle concessioni demaniali» e solo per «evitare l’impatto sociale ed economico della decisione», le attuali concessioni demaniali marittime potranno continuare fino al 31 dicembre 2023.
Scaduto tale termine, quindi, «tutte le concessioni demaniali dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente da che vi sia - o meno - un soggetto subentrante nella concessione». I concessionari attuali potranno comunque partecipare alle gare che dovranno essere bandite.
Scontata la reazione di Sammarco. «Quando consigliavamo al sindaco Pecoraro e all'assessore Perrone di essere più cauti e non rilasciare la proroga ai concessionari del territorio manduriano – dichiara il consigliere - lo facevamo non perchè contro qualcuno, ma semplicemente perchè convinti della nostra tesi, oggi ratificata dalle decisioni della massima assise amministrativa».
Ed ecco gli effetti delle chiusure del sindaco e della sua assessora. «Ora essendo tutte le proroghe di concessioni demaniali "prive di effetto" – spiega Sammarco - si rischia di aprire anche una serie di contenziosi per aver il Comune di Manduria concesso quella proroga e fatto fare investimenti economici ai gestori, ora di fatto non avviabili. Col rischio concreto che, purtroppo, l'incapacità amministrativa del Sindaco Pecoraro si riverberi in danno alle tasche di noi cittadini».
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3 commenti
Realtà
mer 10 novembre 2021 09:05 rispondi a RealtàSi segnali eventualmente alla Magistratura
Marco
mer 10 novembre 2021 07:52 rispondi a MarcoEsempio : Marco Crepes... ??
Paola s.
mer 10 novembre 2021 07:10 rispondi a Paola s.Anche da due consiglieri di maggioranza (Perrucci Gregorio e Agostino Capogrosso) in quel consiglio comunale arrivarono segnali, col voto di astensione, che la proroga decennale era un errore madornale che l'assessore al ramo e il sindaco difendevano invece a spada tratta. Ma niente, si prosegue imperterriti senza ascoltare nessuno, e poi inevitabilmente si va sbattere!