
Dopo i comitati degli ambientalisti, tocca ai politici avetranesi opporsi al progetto dell’amministrazione locale che offre il depuratore comunale di Avetrana come scarico emergenziale di quello consortile di Manduria e Sava in costruzione in zona mare, a «Urmo Belsito». Proposta già presentata agli uffici per le valutazioni ambientali della Regione Puglia dal sindaco Antonio Minò e dal commissario straordinario del comune Messapico, Vittorio Saladino che lo sottoscrive, senza il coinvolgimento delle rispettive popolazioni. Politici e ambientalisti manduriani silenti sull’argomento, a muoversi sono i consiglieri di opposizione del consiglio comunale di Avetrana, Lucia Vacca, Rosaria Petracca e Luigi Conte, del centrosinistra.
I tre fanno notare che l’asservimento, in caso di emergenza vera, metterebbe a rischio anche il funzionamento del depuratore locale con lo sversamento dei liquami nel canale di San Martino, zona rurale boschiva situata sulla via per il mare. Altro punto debole del piano Minò-Saladino, sarebbe di natura tecnica. «Ricordiamo inoltre ai nostri esperti amministratori – si legge nel documento - che il nostro depuratore è concepito per 10.000 utenti», quindi assolutamente incapiente rispetto alla mole di reflui che, sempre in caso di emergenza vera, arriverebbe dal mega depuratore consortile». Nella stessa nota consegnata alla stampa, i tre consiglieri chiedono quindi all’amministrazione Minò «il reale funzionamento del depuratore di Avetrana e la sua portata; il vantaggio che la popolazione di Avetrana avrebbe dall’accoglimento della proposta; la reale destinazione della zona “grotte di San Martino” (nei pressi del depuratore in questione, Ndr), anticamente rivalutate come possibile sito archeologico e percorso naturalistico». Infine si chiede «a quali privati si riferisce la proposta nel passaggio in cui permette l’uso delle acque depurate e a quale costo».
Ad anticipare le prime risposte ufficiali che l’amministrazione comunale dovrà fornire quando i quesiti saranno formalizzati secondo protocollo, è il vicesindaco Alessandro Scarciglia che in un video intervento pubblicato sul suo profilo social, racconta il suo punto di vista. Spiegando, ad esempio, quasi scusandosi, di non aver potuto informare i suoi concittadini a causa delle restrizioni legate all’emergenza Covid e smentendo i dati tecnici dei consiglieri di minoranza relativi alla capienza del depuratore cittadino («può servire 60mila utenze e non dieci»). Dicendo tutto il bene possibile sulla scelta della maggioranza «che perlomeno – fa notare – è l’unica al momento in grado di scongiurare qualsiasi scarico dei reflui in mare».
Nazareno Dinoi
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3 commenti
pro copio
lun 7 settembre 2020 05:57 rispondi a pro copioPare che tale soluzione possa solo complicare la faccenda. Infatti il depuratore di Avetrana trovasi ad una altitudine che per essere utilizzato richiederebbe impianti di sollevamento, Invece in emergenza le acque devono poter correre in discesa senza alcun supporto di sollevamento: cioè i reflui devono trovarsi ad altezza superiore al bacino di scarico e per caduta raggiungere la destinazione.Non si perda altro tempo altrimenti è scarico a mare,
Luciano Filomena
ven 4 settembre 2020 03:46 rispondi a Luciano FilomenaLa guerra dei poveri , governo regionale assente nella fase preliminare ora è tardi spero solo che il depuratore abbia tutte le carte in regola per un buon funzionamento
Opera Magnitudo
ven 4 settembre 2020 07:52 rispondi a Opera MagnitudoIl và bene di Minò salverà dallo sgradevole effluvio merdario.