
A Manduria non ne avrebbe parlato nessuno. A pagare invece le spese saranno i conti del comune Messapico che per riparare al danno è stato costretto ad assorbire nel proprio patrimonio quella particella con “vista discarica” pagandola a peso d’oro: 27mila euro check. Cosa era successo. Nei suoi anni di gestione, la vecchia discarica “Li Cicci”, sopraelevata dal piano di campagna, aveva determinato riversamenti di materiali nel terreno invadendo la proprietà confinante per una larghezza di circa cinque metri e una lunghezza di circa 150 metri. Così in un primo momento la proprietà aveva richiesto il risarcimento del danno per il deprezzamento ed il mancato utilizzo del fondo, quantificandolo in 45.000 euro oltre al ripristino dello stato dei luoghi, compresa la bonifica, il rispetto del confine e la realizzazione di opere di contenimento utili ad evitare ulteriori riversamenti di materiali.
È così nato un contenzioso iniziato a giugno dello scorso anno con un primo tentativo di conciliazione con procedimento di mediazione. Nell’incontro tenuto a marzo del 2019, in alternativa alla pretesa risarcitoria, la proprietà dell’appezzamento aveva manifestato l’intenzione di cederlo al comune a titolo oneroso per un importo sempre di 45mila euro. La proposta fu respinta dall’Ufficio tecnico che la ritenne «assolutamente incongrua». In un secondo incontro avuto il 25 giugno scorso in una sede manduriana della Camera di conciliazione italiana, il proprietario si è poi dichiarato disponibile a chiudere la vicenda con 27mila euro a condizione che l’iter amministrativo si concludesse entro il 31 ottobre 2019. La proposta è stata accettata con delibera della commissione straordinaria che impegna il comune di Manduria ad acquistare il terreno al prezzo stabilito di 27mila euro. L’organismo commissariale ha già dato disposizione agli uffici preposti per inglobare nel patrimonio comunale i 3.300 metri quadrati oggetto della discordia.
Nazareno Dinoi
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1 commento
lorenzo la puzzola
mar 24 dicembre 2019 10:39 rispondi a lorenzo la puzzolaSperiamo che Comune, Consorzio e Regione saranno celeri allo stesso modo, nel risarcire i confinanti del nuovo depuratore di Urmo, oltre ai villeggianti proprietari in zona di abitazioni che pagano imu a seguito di: Odori molesti art. 674 c.p.p., conversione termica, specie nelle giornate di tramontana con odori di liquami che partiranno da quota Urmo per scendere verso mare in area estesa. Ottimo confort per grigliate in veranda o pisolino pomeridiano. Scherzo non sarà mai cosi....forse