A meno di qualche accordo concluso in questo periodo commissariale post scioglimento per mafia, di cui non c’è traccia di evidenza pubblica, la Proloco di Manduria non avrebbe ancora un contratto che regoli la sua permanenza nei locali di via Pietro Maggi che il comune, in quanto proprietario, intende restaurare con un finanziamento del Gal.
L’ultimo atto ufficiale pubblico che La Voce di Manduria ha potuto leggere, risale a giugno del 2016 e riguarda una lettera in cui l’amministrazione comunale di allora prospettava addirittura lo sgombero dell’associazione presieduta da Domenico Sammarco. Il documento che fa riferimento a precedenti accordi a cui la Proloco non avrebbe dato onore, si conclude con l’ultimatum dell’allora assessore al Patrimonio, Gianluigi De Donno, il quale fissa in tre giorni i tempi per la stipula di un contratto pena «la riconsegna senza ritardo dell’immobile». La somma accordata per l’affitto era di 200 euro al mese che l’associazione del presidente Sammarco non ha mai pagato al comune durante i circa venti anni di occupazione dell’immobile.
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