«Le nostre abitazioni cadono a pezzi». A lanciare l’allarme è Lucia Spadavecchia, una manduriana che vive al Nord componente di una famiglia residente nel complesso di edilizia popolare situato sulla via per San Pietro in Bevagna a Manduria dove l’altro giorno son dovuti intervenire i vigili del fuoco per verificare lo stato di degrado in cui si trovano le palazzine dell’istituto Arca, ex Iacp di Taranto. A chiedere il loro intervento sono stati alcuni condomini a seguito del crollo di una delle canne fumarie che si trovano sul terrazzo. In precedenza i pompieri erano stati chiamati per la caduta di calcinacci e pezzi di cemento armato che si erano staccati dai balconi e da un parapetto di conci di tufo.
A rappresentare la protesta delle 42 famiglie è la signora Spadavecchia che si trova in vacanza ed ha raccolto una documentazione fotografica dai contenuti inequivocabili: pavimentazione dei marciapiedi con mattoni divelti, tombini sfondati, crepe sui muri, intonaco che si sbriciola sotto tutti i balconi, strutture portanti in cemento senza intonaco che porta allo scoperto la parte armata in ferro già aggredito dalla ruggine, infiltrazioni d’acqua con vistose macchie di umidità, inquietanti lesioni negli appartamenti e sporcizia e degrado ovunque. «Non possiamo più vivere in queste condizioni», denuncia la donna che lamenta l’impossibilità per alcuni residenti di affacciarsi dal proprio balcone per paura di essere colpiti dall’intonaco che si stacca da quello dell’appartamento sopra. La combattiva portavoce che conserva una serie di immagini e filmati video con le prove di quanto denuncia, domani mattina, lunedì 26 agosto, si recherà in municipio per consegnare la documentazione racconta nell’ultimo periodo. «Qualcuno ci dovrà ascoltare», dice la turista il cui obiettivo principale è quello di mettere di fronte alle proprie responsabilità l’istituto Arca di Taranto che, secondo i residenti del plesso in questione, dovrebbe provvedere a manutenere lo stabile.
Nel 2013 le stesse palazzine popolari di via San Pietro in Bevagna finirono al centro delle cronache per la decisione dell’allora Iacp di interrompere l’erogazione dell’acqua in tutti gli appartamenti. L’istituto volle così risolvere la lunga morosità che aveva creato uno scoperto pari a 170mila euro. Dopo quasi tre settimane al secco e grazie all’intercessione del commissario prefettizio che amministrava la città Messapica, si raggiunse un accordo che prevedeva una suddivisione delle spese tra tutti i condomini e una comoda dilazione nei pagamenti.
L’ultimo impegno economico nella città Messapica da parte dell’Agenzia regionale della casa e l’abitare di Taranto (Arca jonica), risale al 2009 quando decise a recuperare altre tre palazzine in disuso in via Aldo Moro abbandonate dopo essere state occupate abusivamente negli anni Novanta prima ancora del loro completamento. Grazie a quell’investimento, quattordici anni dopo, nel 2013, trentasei famiglie, selezionate con apposito bando, hanno potuto avere un tetto. Sulla carta esiste poi l’impegno di realizzare altri otto alloggi in un luogo da individuare.
Nazareno Dinoi
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3 commenti
Savino
lun 26 agosto 2019 10:14 rispondi a SavinoI veri parassiti sono quelli del'arca che godono per la manutenzione soldi statali senza fare niente.
C.F.
dom 25 agosto 2019 01:39 rispondi a C.F.Ma possibile che un'intera città debba essere ostaggio di questa gente? Questa è proprio l'ultima provocazione: la casa che hanno avuto regalata cade a pezzi e anzicché darsi da fare per sistemare, a spese loro, ciò che loro hanno danneggiato con l'incuria, pretendono soldi o interventi diretti da parte di chi quella casa è costretto a regalargliela. Se un cornicione a casa mia (fatta col sangue e col sudore) sta messo male o chiamo un muratore o lo aggiusto io, ho la dignità di non chiedere né pretendere da altri.
jackalien
lun 26 agosto 2019 07:14 rispondi a jackalienpurtoppo in questo mondo chi ha sempre lavorato deve pagare le tasse fino all ultimo centesimo,chi invece è andato sempre a spasso deve essere graziato, perchè poverino non ha reddito...l ultima beffa col reddito di cittadinanza...