Una ricerca archeologica iniziata negli scavi per la condotta fognaria effettuati alla base dell’orologio della «Porticella», sta creando una emergenza sanitaria in vico III Ferdinando Donno e in Vico Calò, pieno centro storico di Manduria. La delimitazione del cantiere su cui ha messo le mani la Soprintendenza archeologica, non permette il transito dei mezzi pesanti da via Ferdinando Donno e quindi nei due vicoli dove una decina di famiglie in tutto non potranno approvvigionarsi di acqua con la cisterna essendo quel tratto di paese ancora privo di rete idrica pubblica. Le famiglie, allarmate, si sono rivolte alle autorità comunali competenti che al momento non hanno risolto il problema. Alcuni residenti hanno quasi terminato le scorte di acqua e tra qualche giorno resteranno completamente a secco con evidenti disagi e gravi rischi per la salute e l’igiene.
I lavori di sondaggio dello scavo da parte della ditta incaricata dalla Soprintendenza potrebbero durare diversi giorni, settimane o mesi se dal sottosuolo dovessero emergere reperti importanti. Sinora gli unici portati alla luce sono lo scheletro di un cane di epoca medioevale e blocchi di pietra di età Messapica, probabilmente resti di una cava del posto.
Il disagio per i residenti e per le attività commerciali di quelle vie del centro storico è iniziato già il primo aprile di quest’anno con lo scavo per l’interramento delle tubature. Tre giorni fa, invece, è intervenuta la Soprintendenza che ha bloccato tutto. A giorni il comando di polizia locale dovrebbe ordinare il completo divieto di transito per tutta via Ferdinando Donno impedendo così la fornitura di servizi essenziali ai residenti.
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