Non più di duemila persone ieri sera hanno preso parte a Manduria al corteo organizzato dai comitati ambientalisti di Manduria e Avetrana contrari al sito individuato dalla Regione Puglia e dall’Acquedotto pugliese dove realizzare il depuratore consortile di Manduria e Sava. Una partecipazione bene al di sotto delle aspettative che ha deluso chi si aspettava di replicare la grande manifestazione del 7 marzo del 2017 quando la stessa Piazza Garibaldi si riempì con i diecimila manifestanti eccitati dalla presenza sul palco di Romina Power, eletta madrina dell’ambiente e della costa destinata ad ospitare la contestata opera: quella di Urmo-Specchiarica, litorale Messapico.
I duemila manifestanti di ieri, molti dei quali provenienti da Avetrana e comuni limitrofi, hanno cominciato a sfilare partendo dal piazzale della stazione ferroviaria Sud Est per poi raggiungere la piazza principale della città dove il promotore locale dell’evento, Mimmo Breccia, leader del movimento politico «Manduria Noscia», ha spiegato il cambio di programma: le autorità cittadine, avrebbero vietato la sosta dei manifestanti in Piazza Garibaldi rendendo così impossibile l’intervento sul palco dei rappresentanti istituzionali presenti al corteo. Si è dovuto quindi organizzare un palco mobile con impianto audio (un carrello trainato da un trattore) che ha permesso ai sindaci di prendere la parola. Così hanno fatto, nell’ordine, il primo cittadino di Torre Santa Susanna, Michele Saccomanno, quello di Torricella Michele Schifone, il sindaco di Maruggio Alfredo Longo, quello di Avetrana Antonio Minò. Tutti hanno stigmatizzato la scelta degli organi regionali presa sulla testa delle popolazioni invitando il presidente Michele Emiliano a rivedere i piani dell’ente idrico. Unanime da parte loro è stato anche l’invito rivolto al sindaco di Sava, Dario Iaia, primo sostenitore della linea «depuratore subito», sollecitato ad unirsi al fronte del «Sì al depuratore, No sulla costa», per una alternativa che sia condivisa da tutti. Il microfono è poi passato al consigliere regionale manduriano Luigi Morgante (unico esponente regionale presente ieri), che ha ribadito pubblicamente il suo impegno ad organizzare un nuovo tavolo di confronto a Bari. «Siamo riusciti ad eliminare dal progetto la condotta sottomarina, ma ora dobbiamo fare il miracolo di delocalizzare il depuratore», ha detto Morgante incassando gli applausi del pubblico. L’insolito comizio itinerante si è poi concluso dopo un giro intero della grande Piazza addobbata con le luminarie e l’albero di Natale. La chiusura è toccata al vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia e al civico Breccia i quali hanno dato appuntamento a nuove prossime iniziative di protesta.
A nessuno è sfuggita l’assenza, sicuramente studiata a tavolino, del gruppo progressista guidato dall’ex candidato sindaco, Tullio Mancino come anche quella dei Verdi e dei partiti del centrosinistra manduriano e del Movimento 5 Stelle fatta eccezione per la deputata pentastellata di Erchie, Anna Macina. Presenti gli esponenti di Legambiente e di Forza Italia manduriani e il partito democratico di Avetrana con il suo segretario cittadino, Bartolo Punzi. Hanno dato manforte inoltre il Comitato per la difesa del territorio associato a Italia Nostra di Avetrana, l’associazione Azzurro Jonio di Manduria, il Comitato difesa del territorio di Erchie e rappresentanti dei comitati No Tap di Melendugno.
Nazareno Dinoi
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