C’è uno spiraglio, almeno nelle intenzioni delle persone chiamate in causa, per una delocalizzazione del depuratore consortile di Manduria e Sava previsto in zona Urmo-Belsito, a Specchiarica, nella marina di Manduria. A dare speranze in tal senso è l’apertura dimostrata dal consigliere regionale manduriano, Luigi Morgante che ieri ha accettato l'invito per un incontro con gli organizzatori della manifestazione popolare del 16 dicembre che darà voce a questo slogan: No al depuratore sulla costa e Si all’individuazione di un sito alternativo.
All’incontro che si è tenuto ieri sera nella sede del movimento «Manduria Noscia», erano presenti il sindaco con il vicesindaco di Avetrana, Antonio Minò e Alessandro Scarciglia e una rappresentanza del gruppo civico composta dal fondatore Mimmo Breccia e dal consulente legale Antonio Mazza. Il consigliere Morgante in quella sede ha fatto sapere di essere disposto a fare da ponte tra le istanze locali, quelle favorevoli allo spostamento dell’opera lontano dalla costa, e i vertici istituzionali dell’Acquedotto pugliese e della Regione Puglia per convincerli ad aprire un nuovo tavolo in cui valutare ogni possibilità diversa da quella individuata sinora.
Sempre nel corso della riunione di ieri Morgante ha fatto sapere che appoggerà la manifestazione del 16 e che salirà sul palco per suggellare così il suo impegno davanti ai manifestanti. «A breve - si legge in una nota stampa di «Manduria Noscia», si terrà una riunione con tutti i partiti, movimenti, associazioni e i comitati del territorio per definire gli ultimi aspetti tecnico-organizzativi dell'appuntamento del 16 dicembre al quale è quasi certa la presenza di diversi sindaci dei comuni del comprensorio interessato».
Un compito non facile per l’esponente politico regionale perchè dovrà convincere il presidente Michele Emiliano che sull’argomento, già in occasione di una conferenza stampa organizzata nella Prefettura di Taranto lo scorso luglio del 2017, aveva usato il termine «game over» per dire che il discorso era chiuso e che si doveva aprire il cantiere laddove era stato individuato a suo tempo. Un nuovo vestito scomodo quello che Morgante ha deciso di indossare considerando la schiera di oppositori che si troverà davanti a cominciare dai commissari straordinari di Manduria che hanno già abdicato al volere di Aqp per non parlare del sindaco di Sava, Dario Iaia per finire ai tecnici dell’autorità idrica e della stessa Regione Puglia convinti di aver già chiuso una partita che alla lunga potrebbe portare seri guai anche di natura economica per un contenzioso con l’impresa aggiudicataria che attende da anni di concludere l’affare.
Alla vigilia dell’incontro il consigliere di Area Popolare aveva pubblicato un post su Facebook in cui ripercorreva le varie fasi della intricata vicenda fatta di colpi di scena. Rivendicando a sé tutto l’impegno profuso per eliminare la condotta sottomarina, obiettivo poi raggiunto, Morgante ha ricordato di essere stato anche favorevole ad una soluzione alternativa a Urmo ma che tale proposta fu bocciata dal Consiglio comunale.
N.Din.
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