
I consiglieri che sostengono il sindaco Pecoraro, 13 sulla carta, uno in più dell’opposizione, ma anche lo stesso primo cittadino, se la sentiranno di spianare la strada all’Acquedotto pugliese che per chiudere la partita sul depuratore ha pensato di trasformare a San Pietro in Bevagna dodicimila metri quadrati di zona agricola e area di rispetto dei boschi che ai sensi del piano urbanistico ricade nei contesti ad indirizzo agrituristico e masserie, in dodici piscine dove confluiranno i reflui del depuratore di Urmo-Specchiarica? Oppure si accoderanno ai 12 consiglieri di minoranza che porteranno in aula una proposta alternativa alla laguna vicino alla Masseria Marina. E’ la domanda che in molti si fanno dopo che l’opposizione compatta ha deciso di mettere alla prova la sbandierata anima ambientalista del governo verde-grillino del sindaco.
Grossi ostacoli intralciano i piani dell’Acquedotto pugliese per la realizzazione delle vasche disperdenti (buffer) a San Pietro in Bevagna, marina di Manduria, destinate ad accogliere i reflui del depuratore quasi completato in zona Urmo-Specchiarica sulla stessa costa manduriana più in là di tre chilometri e mezzo. Questa volta non si tratta di opposizioni di appassionati agitatori di comitati o artisti che sposano la causa ambientalista, ma sono le osservazioni che i tecnici del comune di Manduria hanno inviato alla Regione Puglia per esprimere un parere sulle valutazioni ambientali senza le quali Aqp non potrà completare l’opera.
I bacini di filtrazione di cui si parla, così come previsti nel nuovo progetto dell’ente idrico regionale, occupano una superficie di circa dodicimila metri quadrati e consistono in 12 trincee drenanti, ciascuna delle dimensioni di 52 metri per 14 e profonde 2, in cui confluirà la condotta di scarico. Le dodici batterie, secondo i calcoli dei progettisti, avranno una capacità di drenaggio nel sottosuolo tra 8,2 e 4,1 volte la portata massima del depuratore. Il punto individuato, confinante con la Masseria Marina e con una cinquantina di insediamenti abitativi, si trova a circa un chilometro e mezzo dal mare di San Pietro in Bevagna.
Ed ecco le osservazioni dei tecnici. «L’area del Buffer ecologico – scrivono dal comune di Manduria -, è caratterizzata dal vincolo di “area di rispetto dei boschi” per cui il Piano Paesaggistico Territoriale regionale (Pptr) considera non ammissibile la realizzazione e ampliamento di impianti per la depurazione delle acque reflue, per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti». Il progetto, inoltre, non è previsto dagli strumenti urbanistici vigenti quindi è necessario che l'eventuale variante venga ottenuta in via preventiva dal Consiglio comunale. L'approvazione del progetto, osservano i tecnici, è in contrasto con la strumentazione urbanistica e rientra anche questa nella sfera di competenza del Consiglio Comunale. Secondo i relatori delle osservazioni, inoltre, «non appare comprensibile la scelta di utilizzare per il buffer ecologico un'area distante dal depuratore circa 3,5 chilometri e soggetta a vincoli derivanti dal Pptr. I tre chilometri e mezzo di tubature e quindi di scavi, si fa notare, attraversano le Riserve Regionali del Litorale Tarantino Orientale e ben due reticoli idrografici tra cui quello a monte del fiume Chidro. E ancora. «L’area individuata si trova ad un livello altimetrico superiore rispetto ad altre aree vicine al depuratore ed è quella dove confluiscono le acque provenienti da diverse lame che scendono dalla dorsale murgese costiera». Pertanto la realizzazione del comparto depurativo in quell'area «interromperebbe inevitabilmente anche il naturale scorrimento delle acque verso il mare «con conseguenti potenziali pericoli per le abitazioni presenti lungo la costa, aumentando così il rischio idraulico ed idrogeologico in caso di eventi meteorici estremi, ormai sempre più frequenti».
Il progetto, infine, prevede la trasformazione dell'area da paesaggio arido quale è da sempre, in ambiente umido, con bacini d’acqua e vegetazione palustre, con conseguente eliminazione della fauna e della flora originaria e l’introduzione di specie vegetali e animali del tutto diverse in contrasto anche con quanto stabilito nel Pptr che vieta espressamente la «realizzazione di sistemi di riciclo delle acque reflue attraverso tecniche di lagunaggio e fitodepurazione se queste compromettono l'ambiente e i valori paesaggistici».
Nazareno Dinoi
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8 commenti
Fernando Maria Maurizio Potenza
sab 19 marzo 2022 05:14 rispondi a Fernando Maria Maurizio PotenzaNon c'è da meravigliarsi di nulla in questa Città, dove gran parte della costa è stata abusivamente deturpata e stranamente condonata. Dove atti di demolizione non sono stati mai attuati, dove ancora oggi si autorizza l'uso del cemento armato in piena Oasi protetta. L'unica città Pugliese che non ha mai avuto rispetto per il proprio territorio, iniziando dall'indifferenza di noi cittadini, che in un assurdo silenzio restiamo a guardare.
Giancarlo
ven 18 marzo 2022 07:15 rispondi a GiancarloTutto questo baillame nasce dalle pretestuose proteste di quei pochi facinorosi che non volevano lo scarico a mare. Scarico depuratissimo che doveva avvenire ad 1 km dalla battigia (spero che non sia stato accorciato). Nella mente distorta di chi non conosce il mare, né tanto meno i depuratori, si materializzava l'idea e la si trasmetteva ad altri, di un bel canale di fogna tal quale... Nascevano proteste, si aggregava anche qualche personaggio famoso, e spuntavano due geologi che, in cerca di non so cosa, volevano trasformare la macchia in palude. Come quella faticosamente bonificata nell'Arneo.
FDB
ven 18 marzo 2022 04:57 rispondi a FDBMa a Manduria sono tutti convinti da sempre che il depuratore è quanto di più ecologico e moderno. Vale a dire niente puzze. E va bene vorrà dire che in estate al calar del sole andremo tutti ad ammirare le vasche e a mangiare un panino con la mortadella e bere una bottiglia di Raffo 🤔 🧐
oronzo novolese
ven 18 marzo 2022 11:09 rispondi a oronzo novoleseMa non sarebbe conveniente fare le vasche dalle parti del depuratore. Senza fare tanti scavi e tanti tubi?
Nicola Sante Iacobellis
ven 18 marzo 2022 01:28 rispondi a Nicola Sante IacobellisPerché? Quella zona della costa non è gia penalizzata dalla presenza del corpo del depuratore!!!!
Nicola Sante Iacobellis
ven 18 marzo 2022 10:41 rispondi a Nicola Sante IacobellisL'amministrazione della città di manduria dovrebbe avere il coraggio civico di dire che la ubicazione del depuratore era ed è sbagliata. Non c'è peggior situazione di mettere "PEZZE" ad un cattivo progetto. Questo è il caso del depuratore consortile. I tecnici, il consiglio comunale hanno il dovere/diritto di proporre una soluzione diversa. Mi auguro tenendo di conto del riutilizzo delle acque depurate ed affinate. Da quanto scritto nell'articolo si potrebbe evincere che "la giusta collocazione" sarebbe in prossimità del depuratore!!!!! Spero che abbia interpretato male ciò che l'autore ha scritto. Questo non sarebbe auspicabile perché si penalizzerebbe una zona della costa già fortemente penalizzata dal corpo del depuratore con le vasche di depurazione e stoccaggio dei reflui.
John
ven 18 marzo 2022 10:40 rispondi a JohnI consiglieri comunali sono eletti per prendere decisioni nell'interesse dei cittadini. Sarebbe incomprensibile se decidessero di andare a Vasche in zona Marina. Il danno per l'ambiente e il pericolo per San Pietro è semplicemente troppo grande! Il rapporto su La Voce di mercoledi (La vasca dell'Arneo) mostra che ora c'è un'ottima alternativa. Allora perché un sindaco o un consiglio comunale responsabili dovrebbero decidere sull'opzione pericolosa e incalcolabile? Sarebbe incomprensibile per i cittadini!
Nicola Sante Iacobellis
ven 18 marzo 2022 01:14 rispondi a Nicola Sante IacobellisL'opzione vasche arneo era conosciuta, prposta e discussa. Che io sappia mai presa in considerazione da comune , regione aqp.