La benedizione di una panchina tinteggiata di rosso in Piazza Indipendenza e l’affissione di una targa commemorativa delle vittime di violenze; mostra al Chiostro di Manduria, proiezione all’ex Municipio con frasi di Alda Merini e visione nelle scuole del video “Ti amo tanto da morirNe”
Dagli eventi pubblici ai dibattiti a scuola sino alle mobilitazioni in piazza, le iniziative per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne si concretizzano in tutto il mondo come a Manduria. Nel giorno 25 novembre, l’amministrazione comunale ha deciso di lanciare diverse proposte per sensibilizzare indistintamente la cittadinanza favorendo la cultura del rispetto.
Nella giornata si terrà la benedizione di una panchina tinteggiata di rosso in Piazza Indipendenza, curata dagli alunni del liceo artistico “V. Calò” di Manduria, insieme all’affissione di una targa in memoria delle vittime di violenza. Alcuni lavori realizzati sempre dagli alunni del liceo manduriano e sensibili al tema, saranno esposti nel chiostro del Comune. In accordo con l’amministrazione, tutti gli istituti scolastici di Manduria visioneranno “Ti amo tanto da morirNe”, uno spettacolo teatrale dedicato a Mirko, un ragazzo morto per salvare la madre. È in corso d’opera, inoltre, il progetto “Seminiamo il rispetto” con l’associazione di Taranto “Zonta” - succursale della casa madre situata negli Stati Uniti - per realizzare incontri mensili di formazione e sensibilizzazione contro le violenze di genere in tutti gli istituti di Manduria. Il Club tarantino sarà nella città messapica il 6 dicembre, in particolare all’Istituto Comprensivo Michele Greco, per il progetto “Costruire la cultura del rispetto”. Sempre nella giornata del 25 novembre, sulla facciata dell’ex Municipio saranno proiettate alcune frasi simbolo di lotta alla violenza della poetessa Alda Merini.
Si parte, quindi, dalle scuole, o meglio, dagli studenti vicini alle tematiche della non violenza e della parità di genere. Osservazioni e punti di vista che sono stati tramutati nell’immediato linguaggio iconico. Così, la battaglia contro la violenza sulle donne si trasforma in una panchina, in un quadro, in un video o in uno slogan per cambiare la direzione delle innumerevoli narrazioni tossiche divulgate da molteplici agenzie (in)formative.
Marzia Baldari
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