
Per la giornata dedicata alla commemorazione dei defunti anche la lapide di Karol, il bambino nato morto 15 anni fa e abbandonato dalla madre che non volle riconoscerlo, ha avuto i fiori e le visite di chi non lo ha mai dimenticato. Maria che ci manda le foto scattate l’altro ieri, è una di queste. Una giovane donna di Manduria che come tante altre di cui non conosciamo l’identità si prende cura dell’ultima dimora di chi non ha mai visto la luce né una madre o un padre che lo piangessero. La sua lapide è piena di giocattoli e fiori donati da sconosciuti con regolarità e costanza.
La storia di Karol è molto triste e siamo stati noi de La Voce di Manduria ad aver contribuito a dargli un nome e una degna sepoltura destinata a restare anonima. Solo l’eccezionale gara di solidarietà che si aprì tra i nostri lettori fece il miracolo: in poche settimane un gruppo di lettori assegnò un nome al piccolo, che si chiamò «Karol», ed anche una decorosa lapide con tanto di scritta e stele votiva offerta da un’impresa del settore.
Nel 2011 un’altra bimba nata morta e non riconosciuta dalla madre ebbe la stessa possibilità grazie sempre a La Voce di Manduria che mise in moto un’altra gara di solidarietà grazie alla quale il feto ebbe un nome, Angela, e una lapide in un altro campo a terra del cimitero manduriano.
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