
Ancora uno stop ai piani dell’Acquedotto pugliese che devono incassare un’altra bocciatura da parte dell’ufficio valutazioni ambientali. Il Comitato regionale delle valutazioni ambientali, ha nuovamente rimandato al mittente il nuovo programma dei recapiti complementari del depuratore consortile di Manduria e Sava (parco dell’acqua in contrada Marina e scarico emergenziale nel mare di Colimena), ritenendo la documentazione «incompleta e non adeguata per il rilascio del provvedimento unico in materia ambientale. Un’altra sconfitta per l’Acquedotto pugliese costretto a correre ai ripari rinunciando, per ora, alla seconda parte dell’opera relativa al recupero dei reflui ai fini irrigui e tornando allo scarico al suolo per la portata massima di 5.000 metri cubi al giorno. «Tanto – si legge nella circolare del Dipartimento Ambiente della Regione Puglia inviata ai comuni e agli enti e uffici interessati - al fine di conseguire ogni necessario provvedimento per l’entrata in esercizio del depuratore e conseguentemente realizzare il dovuto rispetto degli obblighi di cui alla Direttiva 91/271/CEE». La priorità, insomma, è quella di evitare l’imminente infrazione comunitaria per il mancato adeguamento alla normativa del vecchio depuratore che costerebbe milioni di euro di sanzione alla Regione Puglia. Il resto può attendere.
Questa almeno è la conclusione a cui sono arrivati i tecnici del Dipartimento Ambiente tenuto conto «che la soluzione di riuso e scarico di cui al procedimento di Via – si legge nella lettera firmata dai direttori dei dipartimenti Ambiente e Bilancio della Regione, rispettivamente Paolo Garofoli e Angelosante Albanese -, è costituita da un sistema complesso di opere da realizzare aventi soggetti attuatori differenti (Acquedotto, Consorzio di Bonifica, Comune) e caratterizzate da esigenze non coincidenti in termini di tempi e modi realizzativi (esigenza di scaricare gli effluenti depurati, esigenza di dotare i comprensori irrigui delle necessarie reti di distribuzione, esigenza di aggregare e programmare il fabbisogno irriguo, esigenza di settare adeguatamente i processi di depurazione per la restituzione di un refluo consono al suo riutilizzo, esigenze di finanziamento per la progettazione e realizzazione), anche con riferimento al livello di progettualità».
Alla luce di questo, quindi, è stato deciso di realizzare il primo stralcio dell’opera utile a smaltire solo i reflui di Manduria (termine previsto 2022) per una portata media di 2.592 metri cubi al giorno. In una seconda fase toccherà ampliare la portata per accogliere quelli di Sava sino ad una portata giornaliera totale massima pari a 4.988 metri cubi restando così entro il limite dei cinquemila metri cubi oltre i quali non sarà possibile lo smaltimento al suolo in una zona così vicina alla costa. Completamento lavori, giugno 2027.
Per l'agognata rete fognaria nelle marine manduriane, la cui data di completamento previsto è dicembre 2036, si rimanda ad un nuovo progetto. La palla passa nuovamente alla stazione appaltante, l’Aqp appunto che dovrà ora presentare «idonea documentazione progettuale al fine del conseguimento delle valutazioni ed autorizzazioni necessarie alla realizzazione della parziale modifica temporanea della soluzione complessiva di scarico del depuratore, così come prevista dal vigente Piano di tutela delle acque, prevedendo lo scarico al suolo per la portata pari a massimo 5.000 metri cubi al giorno, nelle more della definizione del procedimento Via in corso».
Nazareno Dinoi
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9 commenti
Maria Rita Bisestile
gio 12 agosto 2021 04:26 rispondi a Maria Rita BisestileGentilissimo direttore, scusami ma non ho capito nulla: in sintesi, cosa accadrà delle acque del depuratore dopo la bocciatura dell’ufficio valutazioni ambientali? Il gergo burocratico usato dalla documentazione alla quale fai riferimento mi confonde le idee. Potresti eliminare per cortesia le loro oscure e complicate spiegazioni e sintetizzarci l’essenziale? Grazie. Buon lavoro
Giovanni Cazzato
mer 11 agosto 2021 07:58 rispondi a Giovanni Cazzatocome volevasi dimostrare: non se ne fa nulla e come dice il saggio; vivi e lascia vivere. chi non vuole il depuratore fa festa. Tutti i dettagli in cronaca.
Antonio
mer 11 agosto 2021 09:42 rispondi a AntonioC'era una canzone che ripeteva "era già tutto previsto....", il bravo Cocciante aveva visto bene, è non solo lui.
Egidio Pertoso
mar 10 agosto 2021 12:22 rispondi a Egidio PertosoSi prospetta, forse, un altra opera incompiuta? Allora perche' non incentivare dei tour per far vedere ai turisti tutto cio' di mal realizzato ed incompiuto presente nel nostro territorio, titolando il tutto ( cosi' per far concorrenza a Disneyland) "IL GRANDE PARCO DELLO SPRECO E DELLA STUPIDITA' UMANA". Spiace che chissa' per quanti decenni ancora dovremo ingegnarci a mandare i nostri liquami nel sottosuolo.
Maurizio
mar 10 agosto 2021 01:59 rispondi a MaurizioCi sarà altre 15 di ma,,,,,,,,,,, ma,,,,,,,, ??????
Lorenzo
mar 10 agosto 2021 12:15 rispondi a LorenzoQuesto dimostra che dovevano costruire qualcosa per fare un buon appalto dove tutti ci possono guadagnare. Poi se come l' eco mostro nel fiume Chidro, anche questo non entrerà in funzione, chi se ne frega. Adesso come procederanno con gli espropri per le condotte da Sava ad Urmo? ????????????????
Enzo
mar 10 agosto 2021 09:52 rispondi a EnzoQuesto dimostra che l'ingegnere ha progettato il "calcolo" a NOTTE FONDA?? Quando un progetto, PARTE sbagliato .........
Gregorio
mer 11 agosto 2021 07:55 rispondi a GregorioNo Sig Enzo, questo è stato studiato alla perfezione
Lorenzo
mer 11 agosto 2021 02:09 rispondi a Lorenzo??????