
«Ampliamento sì, chiusura no. Nemmeno momentanea». Dopo il consigliere regionale della Lega, Giacomo Conserva, componente della terza Commissione Sanità della Regione Puglia, ad alzare gli scudi intorno al presidio di terapia intensiva del Marianna Giannuzzi sono ora tutti i consiglieri comunali della minoranza del comune di Manduria che sulla questione anticipano una richiesta di seduta consiliare monotematica con i rappresentanti dei comuni vicini e l’invito al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e all’assessore alla Salute, Pier Luigi Lopalco.
A farsi avanti, promettendo battaglia, sono i consiglieri di opposizione, Lorenzo Bullo e Domenico Sammarco, rispettivamente capogruppo della coalizione di centrodestra e dei Progressisti e i rappresentanti dei due movimenti civici, Mimmo Breccia e Dario Duggento. Scontata, infine, l'adesione del consigliere leghista, Francesco Ferretti. Unitariamente si faranno promotori di un invito rivolto al sindaco Gregorio Pecoraro per farsi promotore dell’adunanza politica allargata ai colleghi del territorio.
L’obiettivo è quello di difendere la rianimazione dell’ospedale cittadino, unico presidio di eccellenza rimasto intatto dopo lo smembramento dell’ospedale per la riconversione in Covid. I piani della direzione medica comunicata agli operatori non convincono. Tecnicamente il reparto dovrebbe essere chiuso per permettere i lavori di ampliamento di ulteriori tre posti per una capienza totale di otto. «Va benissimo lo scopo, ma è sbagliata la procedura e soprattutto il periodo scelto per sospendere l’attività della rianimazione durante il periodo estivo quando l’utenza di decuplica e soprattutto aumentano le patologie traumatiche», è il commento unanime dei consiglieri comunali che hanno preso a cuore il problema.
Da un consulto avuto con gli addetti ai lavori, i gruppi politici porranno un’alternativa alla chiusura: isolare l’ala destinata ai tre nuovi posti letto garantendo la sicurezza di tutti e nello stesso tempo l’operatività della terapia intensiva. Ipotesi sollecitata anche dagli stessi operatori preoccupati di vedere vanificati tutti gli sforzi profusi nella faticante battaglia contro il Covid.
La rianimazione di Manduria ha trattato in tutto 68 persone con sintomi gravi dell’infezione pandemica, registrando una sopravvivenza del 59%, performance questa tra le migliori nell’ambito del trattamento intensivo a livello regionale e nazionale. Un successo ottenuto con soli 5 medici anestesisti che da un giorno all’altro si sono dovuti «inventare» uno dei pochi reparti in Puglia per il trattamento salvavita dei contagiati dal virus all’ultimo stadio della sopravvivenza.
N.Din.
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1 commento
Manduriano
mer 30 giugno 2021 12:54 rispondi a MandurianoAltro che pecoraro, altro che maggioranza, per fortuna c’è ed è viva finalmente unita l’opposizione. Era ora! Proposta serie e utilissima, dato che, chi amministra non è capace di farlo. Speriamo bene. pecoraro svegliati, svegliati, Manduria la sera puzza, non pensare alle chiacchiere e alle apparenze, fai vedere quanto vali e che hai esperienza perché per le cose che stai facendo bastava uno qualunque perché di straordinario e di cambiamento non stai facendo assolutamente nulla.