
È tempo di bilanci e riconoscimenti al lavoro svolto per l’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria, unico presidio polispecialistico della Asl di Taranto interamente dedicato al Covid. Ed ora del tutto libero dal virus. A mettere insieme un po’ di numeri è stata la direzione medica della struttura che ha sommato i ricoveri di pazienti con sintomi da infezione della Sars-Cov2. In questi ultimi 9 mesi di attività, gli ingressi di pazienti positivi al Covid sono stati seicento, duecento dei quali non ce l’hanno fatta. Il bacino d’utenza è stato molto ampio comprendendo l’intera provincia ionica con prevalenza dei comuni del versante orientale ed anche qualche centro del brindisino (Erchie, Oria, San Pancrazio, soprattutto). Non esistono dati aggiornati sul numero decessi manduriani la cui percentuale dovrebbe comunque essere approssimativamente inferiore al 25% del totale. Al 23 aprile scorso, ultimo dato ufficiale noto, i lutti per Covid con residenza a Manduria erano trenta.
Nove mesi di duro lavoro per il personale impegnato nei quattro reparti Covid, nella rianimazione e nel pronto soccorso che ha sopportato degnamente l’urto di questa terribile seconda ondata pandemica. Un impegno che non poteva non essere apprezzato da chi ha diretto la complessa macchina. «Il personale tutto ha operato con determinazione e coraggio adottando correttamente nuovi protocolli e stili comportamentali facendo sì che non si sviluppassero focolai all’interno dell’ospedale», scrive in una lettera indirizzata a tutto il personale la direttrice sanitaria Irene Pandiani. Che conclude la nota con la formulazione di un «encomio a tutto il personale del presidio e un grazie per tutto il lavoro svolto» anche da parte della direzione aziendale della Asl.
Terminata questa difficile parentesi che per il territorio ha significato la rinuncia alle cure delle patologie non Covid, l’organizzazione è ora incentrata sulla ripresa. Un obiettivo che dovrebbe essere raggiunto seguendo un percorso fatto di tappe e di prove. Per ora tutto il personale è stato invitato ad un periodo di ferie prima di rientrare nei nuovi ambienti.
Per adesso quello che è rimasto ancora funzionante è il pronto soccorso e la rianimazione dove è ancora ricoverato un paziente che si è negativizzato ma le cui condizioni non consentono le dimissioni. È di ieri, inoltre, la ripresa dell’attività di sala operatoria dove sono stati eseguiti i primi interventi programmati di protesi ossea. Naturalmente restano attivi i servizi per le urgenze, laboratori e diagnostica compresi.
Il futuro del Giannuzzi è però ancora molto incerto. Quello che è certo per ora è la prossima chiusura della rianimazione per permettere i lavori di ampliamento di altri tre posti. Sicura anche l’apertura di due reparti, uno misto per le patologie chirurgiche, ortopediche e cardiologiche-internistiche per un totale di 15 posti letto e l’altro don dieci letti dedicati ai pazienti Covid positivi. Quasi pronto anche il reparto di nefrologia che lascerà l’ala vecchia dell’ospedale per occupare l’ex oncologia. Tutto provvisoriamente, in attesa che si ritorni a come era prima. La comunità che ha sopportato tutto, sperava invece in una promozione ad ospedale di primo livello che a quanto pare sarà impossibile ottenerla.
Nazareno Dinoi
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