Si sono svolti l’altro ieri a Durazzo i funerali della famiglia Reçi, genitori e due figli morti nel crollo della loro casa durante il terremoto del 26 novembre. I parenti che vivono a Manduria, impossibilitati a rendere omaggio di persona alle esequie (l’anziana zia di 82 anni con la figlia che lavora qui a Manduria), hanno seguito con profondo dolore le esequie trasmesse dalle tivù albanesi. Uno straziante rito con quattro carri funebri, diventato il simbolo della tragedia albanese, di cui hanno parlato tutti i giornali. Impressionante il manifesto funebre che segna la fine di un’intera famiglia (nella foto): padre Eduard Reçi, 54 anni, madre Dolora Reçi, 49 anni, figlia Kristi Reçi, 25 anni e figlio Klaus Reçi, 21 anni.
Albana Shtishi (nel riquadro a sinistra), parente delle vittime, a Manduria da 10 anni, ha voluto inviarci un suo scritto che pubblichiamo.
Il dolore è grande per la perdita dei nostri parenti che sono andati in modo tragico e cosi giovani. Non ci sono parole per certe perdite. Non sono solo io a subire questo dolore ma tante altre persone che hanno perduto i loro cari parenti. Famiglie intere finite tragicamente sotto le macerie delle case durante il terremoto. Io mi unisco con il dolore degli altri che hanno subito lo stesso nostro dolore e mi unisco alla solidarietà verso questa disgrazia che ha colpito il nostro Paese. Ci sono bambini e gente in difficoltà come nei tempi di guerra, purtroppo è un intero Paese e popolo che hanno bisogno ora più che mai di solidarietà. Purtroppo la solidarietà è quella che consola e aiuta molto in certi casi. Voglio ringraziare la mia amica Laura Mastrovito che ha insistito a pubblicare la notizia triste dei miei parenti, e nello stesso tempo ringrazio la gente che anche con i loro commenti è stata vicino, con la loro solidarietà, al nostro profondissimo dolore. Albana Shtishi
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