Il gip del Tribunale di Taranto Paola Incalza, ha revocato gli arresti domiciliari all’operatrice del 118 in servizio sull’ambulanza di Avetrana, raggiunta dalla misura detentiva lo scorso 27 ottobre perché accusata di aver derubato ai malati che soccorreva.
La donna di 25 anni, assistita dall’avvocato Antonio Carbone, durante l’interrogatorio di garanzia ha risposto a tutte le domande dichiarando la propria innocenza. Con il suo avvocato, inoltre, ha prodotto una serie di documentazioni e prospettato chiarimenti e dati ricostruttivi alternativi per ogni singolo episodio contestatole dall’accusa. Sempre in quella occasione la venticinquenne che era dipendente part time di un’associazione convenzionata con la Asl di Taranto, ha manifestato la volontà di autosospendersi dal servizio per motivi di opportunità. L’attività investigativa condotta dai carabinieri della stazione di Manduria che avevano raccolto la denuncia di una signora che dichiarava di essere stata derubata durante il trasporto in ambulanza, aveva fatto emergere altri tre episodi di scomparsa di denaro, avvenuti tra maggio e agosto, lamentati da altrettanti pazienti, due turiste e un ragazzo di Manduria, trattati dalla stessa soccorritrice. Interrogati dai carabinieri, i tre soggetti avevano dichiarato di non aver più trovato somme di denaro, per complessive 950 euro e di essersi accorti della mancanza diverso tempo dopo il trasporto in ospedale. Tutte «accuse infondate e frutto di malintesi e coincidenze», ha sostenuto invece l’indagata forte anche delle testimonianze degli autisti in servizio nei turni in cui sarebbero avvenuti i presunti furti. Ascoltati dai carabinieri, gli autisti avrebbero confermato le tesi difensive della loro collega indagata. In ogni caso, con la sospensione dal servizio dell’operatrice, sono venute meno le esigenze cautelari che imponevano la misura. Così l’operatrice è ritornata in libertà.
N.Din.
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