Il Tribunale di Taranto in composizione Collegiale (presidente Carriere, a latere Madaro e Maccagnano) ha pronunciato la sentenza di primo grado nel processo per le cosiddette patenti facili (acquisite con la complicità dell’autoscuola). Dei 67 imputati, molti dei quali manduriani, in 13 avevano scelto di non avvalersi dei riti alternativi optando per il dibattimento (gli altri avevano patteggiato quasi tutti a due anni di reclusione). Il processo è durato poco più di un anno e ha visto diversi testimoni avvicendarsi a rendere le proprie dichiarazioni.La pubblica accusa affidata al sostituto procuratore Remo Epifani, aveva chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione per ciascun imputato.
Alla fine del dibattimento i giudici hanno assolto 11 imputati dai reati di corruzione condannandoli ad una pena di un anno e tre mesi di reclusione (pena sospesa) per il solo concorso in accesso abusivo a sistema informatico e falso. Due imputati sono stati assolti da tutti i reati. Quelli alla sbarra erano tutti automobilisti manduriani. Sono state quindi accolte – seppur in parte e comunque per il più grave reato di corruzione – le tesi del collegio difensivo composto dagli avvocati manduriani Davide Parlatano e Roberto D’Amico nonché dagli altri legali Fausto Soggia, Carlo Marraffa, Carlo Caniglia, Nicola D’Andria, Cataldo D’Andria, Giuseppe Miccoli, Vincenzo Gaudio, Fabio Zilio, Daniele D’Ambrosio, Valentina Ornisco e Federico Mazza.
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