Mercoledì, 2 Luglio 2025

Cronaca

Toccherà agli investigatori dell’Arma far luce su quello che sembrerebbe un vero e proprio giallo

La tragedia nelle campagne di Maruggio, disgrazia o altro?

L L'auto incendiata | © La Voce Di Manduria

Sarà l’accertamento genetico di cui si occuperà il medico legale Marcello Chironi a certificare l’identità del corpo carbonizzato trovato ieri mattina all’interno di un’auto completamente bruciata nelle campagne di Maruggio. Questo per i rigidi protocolli della burocrazia. Tutto il resto, però, porta ad un 84enne manduriano a cui era intestata la Ford Escort vecchio modello parcheggiata in un viottolo tra gli alberi d’ulivo e le frasche della macchia mediterranea in località «Montalto» alla periferia est del comune sul versante orientale della provincia di Taranto. 

A dare l’allarme sono stati gli abitanti della zona che hanno chiamato i vigili del fuoco allertati con il codice di «incendio d’auto», ignari di cosa avrebbero trovato. Quando si sono messi all’opera, i pompieri del distaccamento di Manduria hanno visto tra le fiamme la sagoma di una persona accasciata nella parte anteriore dell’abitacolo. Inutile ogni tentativo per tirarlo fuori perché le fiamme avevano già allontanato ogni speranza. Sul posto sono arrivati i carabinieri della locale stazione che hanno avviato le indagini con i militari della compagnia di Manduria e del reparto operativo e nucleo investigativo del comando provinciale di Taranto. Da Bari è poi intervenuta la squadra del Nucleo Investigativo Antincendi (Nia) dei vigili del fuoco per l'analisi e la valutazione delle cause dell'incendio. 

Non potendo al momento ipotizzare altro e per quanto inverosimile possa sembrare, la pista più seguita è quella di un suicidio ma non si può escludere altro. Come un fatale incidente, ad esempio, con l’auto che prende fuoco dal vano motore e un malore che fa perdere i sensi al pensionato. Impossibile comunque escludere l’ipotesi di un delitto. Toccherà agli investigatori dell’Arma far luce su quello che sembrerebbe un vero e proprio giallo. La macchina si trovava nella parte finale di via Fratelli Rosselli. Per arrivarci, l’auto, quasi nascosta tra i cespugli e gli alberi di ulivo, ha percorso un tratto privo di strada in piena campagna per fermarsi in una zona di difficile accesso. Il corpo dell’84enne era invece seduto tra i due sedili anteriori. 

Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Filomena Di Tursi che ha già dato disposizione per l’esame cadaverico per la ricerca di altri segni di violenza. Il dottor Chironi che se ne occuperà, ha fatto una prima ricognizione sul posto servita solo ad escludere segni evidentissimi di traumi o ferite provocate o autoprovocate. Il corpo è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto dove nelle prossime ore il medico legale terminerà la visita sui resti che porterà sicuramente all’approfondimento autoptico. Interessante sarà conoscere l’esito delle indagini degli specialisti del Nia a cui toccherà risalire all’origine dell’innesco e capire cosa sia stato utilizzato per dare fuoco alla vecchia utilitaria. 

La tragica notizia ha gettato sconforto nella famiglia del pensionato già in passato colpita da un altro terribile lutto: la morte di un figlio di diciassette anni avvenuta 35 anni fa a seguito di un incidente con la moto. Nella caduta il giovane si fratturò una gamba e fu ricoverato all’ospedale Marianna Giannuzzi dove morì improvvisamente diversi giorni dopo proprio durante l’orario delle visite dei parenti. L’immenso dolore provocò profonde ferite nei genitori e la sorella, sicuramente mai rimarginate. Quella morte segnò anche il declino dell’attività imprenditoriale della famiglia.

Nazareno Dinoi

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