
C’è molto nervosismo e poca chiarezza per come l’amministrazione comunale sta gestendo la distribuzione dei buoni spesa che lo Stato ha messo a disposizione per le famiglie in difficoltà economiche dovute all’emergenza coronavirus. Dopo la distribuzione dei primi 800 buoni consegnati ad aventi diritto, per una somma di circa 80mila euro su una disponibilità di 270mila, il comune, dovendo per forza spendere la cifra ricevuta da Roma, è stato costretto a riaprire un secondo bando il cui termine si è concluso l’altro ieri. Dagli uffici pubblici che hanno istruito le procedure, però, nessuna informazione è stata concessa alla comunità a differenza di quello che hanno fatto e stanno facendo altre amministrazioni evidentemente più democratiche di chi attualmente dirige le sorti della città Messapica.
Proprio per questi silenzi che spesso generano sospetti e incomprensioni, c’è chi comincia a mostrare segni di nervosismo. È il caso di Maria Mero, una giovane manduriana, componente di una famiglia in difficoltà, padre disoccupato e malato, il cui reddito familiare (la piccola pensione della madre invalida) supera di poco i 500 euro per cui perde i requisiti per accedere ai buoni spesa statali, che si è fatta promotrice di una petizione di protesta popolare. «È arrivato il momento di dire basta – scrive in un post su Facebook -, da oggi pomeriggio si inizia a firmare la petizione per fare un esposto per tutti coloro che non hanno ricevuto i buoni spesa e che ne avrebbero diritto. Per tutti coloro che hanno ricevuto 10 euro di buoni spesa – prosegue l’appello - pur avendo reddito zero, per tutti coloro che hanno ricevuto buoni spesa dal valore di 40 euro per tre persone o quattro pur non avendo entrate», conclude la ragazza che da quando è scattata la chiusura dei locali pubblici ha perso anche il lavoro di barista.
Dagli uffici dei servizi sociali, intanto, c’è silenzio. Nessuna informazione su quante domande sono arrivate, quante di queste sono state accettate e qual è la somma esatta sinora spesa. Un diritto per i cittadini, trattandosi di danaro pubblico, che a Manduria, da più di due anni, non viene più rispettato alimentando così il malessere della gente che si sente sempre più distante dal Palazzo.
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3 commenti
Antonio Bentivoglio
mer 22 aprile 2020 11:36 rispondi a Antonio Bentivoglio[email protected]
giorgio sardelli
mer 22 aprile 2020 05:54 rispondi a giorgio sardelliI politici mai niente dicono? si fanno sentire solo per chiedere il voto, come se è colpa dei cittadini se il comune è stato sciolto per mafia, almeno manduriani tenete tutto a mente quando andremo nella cabina, come dice il proverbio: alla scurdata tua la ricurdata mia.
Vincenzo
mer 22 aprile 2020 08:31 rispondi a VincenzoPersonale NON conforme al servizio del cittadino !!