Venerdì, 29 Marzo 2024

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Nei giorni scorsi il presidente del Comitato ambientalista, Giuseppe Scarciglia, aveva firmato una lunga nota inviata ad una ventina di uffici istituzionali, nazionali e regionali, lamentando una presunta violazione delle norme

Valenzano: 'sul depuratore la Regione Puglia e l'Aqp hanno fatto più del dovuto'

Barbara Valenzano Barbara Valenzano | © La Voce di Manduria

«Sul procedimento di Via (Valutazione integrata ambientale, Ndr) e relativa proroga riguardante il depuratore di Manduria, la Regione Puglia ha fatto tutto quello che doveva e anche di più. Non c'è stato alcun errore di valutazione, come qualche articolo di stampa ha lasciato intendere». Lo assicura Barbara Valenzano, direttore del Dipartimento mobilità e ambiente della Regione Puglia che in un comunicato stampa risponde alle accuse del «Comitato per la difesa del territorio e del mare» di Avetrana secondo cui i lavori avviati in zona Urmo, marina di Specchiarica, sarebbero illeciti perché carenti di alcune autorizzazioni. «L'ente – si difende l’ingegnere Valenzano -, ha sempre agito con scrupolo e senso di responsabilità, come si evince dagli atti».

Nei giorni scorsi il presidente del Comitato ambientalista, Giuseppe Scarciglia, aveva firmato una lunga nota inviata ad una ventina di uffici istituzionali, nazionali e regionali, lamentando una presunta violazione delle norme nei lavori intrapresi. In particolare si fa riferimento ad una Via, prorogata nel 2016, «rilasciata – si legge – sul presupposto di una perizia redatta da tecnico Aqp, nella quale erroneamente si dichiarava non esserci alcuna differenza tra le previsioni vincolistiche del vecchio Putt (Piano urbanistico territoriale tematico) e quelle invece introdotte dal sopravvenuto e ormai vigente Pptr (Piano paesaggistico territoriale). Nel nuovo piano, fanno notare gli attivisti del Comitato, sono poi intervenuti vincoli di area di rispetto dei boschi e di rispetto della vicina Riserva naturale. Se il redattore della perizia avesse riportato correttamente le nuove restrizioni, insistono gli ambientalisti, «non avrebbe certamente adottato la proroga» e di conseguenza «l’Aqp non avrebbe potuto avviare i lavori».

Per la dirigente della Regione Puglia, le cose non stanno così. «Pur essendo intervenuto il passaggio dal Putt al Pptr – spiega l'ingegnere Valenzano -, la perizia dell'Acquedotto rappresentava come immutato anche il quadro paesaggistico mai stato oggetto di valutazione non sussistendo vincoli e relative aree di rispetto. In ogni caso – aggiunge Valenzano - al fine di evitare ogni possibile incongruenza procedimentale, la Regione Puglia il 28 luglio 2017, ha ritenuto di sospendere l'efficacia della proroga chiedendo supporto istruttorio alla Sezione regionale Tutela e Paesaggio per vedere confermate oppure no le valutazioni sui vincoli paesaggistici intervenuti». Parere che l’organo di verifica ha poi prodotto validando la precedente Via. «Solo dopo la risposta della Sezione Paesaggio e la modifica progettuale non sostanziale che ha visto una compressione degli spazi di impianto del 50% (le nuove tecnologie a distanza di 10 anni lo consentivano) la Regione Puglia – conclude Valenzano -, ha ribadito che le opere del depuratore così come proposte non sono interessate da vincoli paesaggistici e ha revocato la sospensione della proroga diventata nuovamente efficace per gli aspetti ambientali, ovvero quelli valutati nel 2011». Sulla questione pende un ricorso al Tar di Roma presentato dal Comitato di difesa del mare e del territorio di Avetrana, due esposti alla Procura della Repubblica di Taranto e due interrogazioni parlamentari.

Nazareno Dinoi

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