Sabato, 5 Luglio 2025

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L’altro ieri, mercoledì 21 agosto, il decreto che dispone l’irrevocabile chiusura è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana

Sentenza senza appello: il giudice di pace non c'è più a Manduria

Giudice di pace, gli avvocati in lotta Giudice di pace, gli avvocati in lotta | © La Voce di Manduria

Non c’è più speranza. La sede consortile del giudice di pace di Manduria, comune capofila consorziato con Sava, Maruggio e Avetrana, è stata ufficialmente dismessa. L’altro ieri, mercoledì 21 agosto, il decreto che dispone l’irrevocabile chiusura è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. All’entrata in vigore del decreto (trenta giorni dalla data di pubblicazione), tutte le competenze della sezione di giudicatura distaccata sono attribuite all’ufficio del giudice di pace di Taranto.

Una sconfitta per il territorio, per l’avvocatura e l’utenza in generale che si sono battuti per mantenere la sede Messapica, dopo il taglio disposto dal precedente decreto ministeriale del 10 novembre del 2014, riuscendovi grazie ad un accordo che metteva insieme i quattro comuni e il Tribunale di Taranto. Il contratto prevedeva una suddivisione di compiti tra enti locali e Ministero della Giustizia: i quattro comuni di Sava, Avetrana; Maruggio e Manduria dovevano fornire il personale amministrativo, uno a testa, da distaccare dai propri organici mentre del ruolo giudicante si faceva carico il il Ministero. Al comune capofila, Manduria, era toccato inoltre l’onere della sede e del materiale di cancelleria e le spese dei servizi. Così è stato sino a circa un anno fa quando il comune di Avetrana, primo a venire meno all’accordo, ha deciso di disattendere l’accordo passando da full time a part time l’impegno del proprio dipendente che aveva funzioni di cancelliere. Più recentemente anche il comune di Maruggio non è stato in grado di assicurare la sostituzione dell’altro cancelliere dal primo agosto in pensione.

L’Associazione Forense Messapica apprende con dispiacere «ma non certo con sorpresa», si legge in una breve nota, del decreto di chiusura del giudice di Manduria». Per l’avvocatura associata che ha sempre esortato la politica a risolvere i problemi che man mano nascevano, la dismissione del servizio «è anche l’inevitabile conseguenza della sostanziale inerzia palesata dai comuni consorziati dinanzi al presidente del Tribunale di Taranto». L’A.F.M. per volontà del direttivo presieduto dall’avvocato Dario Duggento, si riserva di esprimere il pensiero della categoria in un prossimo comunicato».

La sede consortile manduriana del giudice di pace ha assicurato sinora un carico di lavoro di circa duemila sentenza all’anno. Che già da settembre saranno addossate alla sede centrale di Taranto.

Nazareno Dinoi

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