Nonostante il periodo per niente sereno, l’amministratrice delegata della Igeco, Cinzia Ricchiuto, rilascia delle dichiarazioni sulla vicenda. «A noi non è stato notificato a, appena avremo il provvedimento lo impugneremo, sereni e convinti come siamo della legittimità dell’operato da noi posto in essere», dichiara l’amministratrice della società che cerca di alleviare le polemiche anche sotto l’aspetto finanziario motivando la richiesta di concordato come una operazione per separare «il ramo ambiente, società miste e immobiliare e sospendere il ramo costruzioni; agiremo – aggiunge Ricchiuto – a tutela di tutti i portatori di interessi istituzionali».
L’Ad della Igeco spende una parola anche per i dipendenti. «Con la continuità di tutti i settori che lasceremo in piedi – spiega - saranno salvaguardati anche i livelli occupazionali; i lavoratori sono tutelati, anche per questo difenderemo l’azienda», conclude la figlia dell’imprenditore Tommaso Ricchiuto, fondatore dell’impresa che naviga ora in cattive acque, in passato leader nel Salento nel settore rifiuti e costruzioni. L’ex presidente del consiglio d’amministrazione dell’Igeco Costruzoni spa, è uno degli imputati del processo scaturito dall’inchiesta denominata “Do ut des”, sulle presunte tangenti legato agli appalti del Comune di Cellino San Marco.
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