Da questa mattina delle imbarcazioni tecniche stazionano nel mare di San Pietro in Bevagna all’altezza dei “sarcofagi dei re”, le venti vasche marmoree risalenti al III secolo dopo Cristo trasportate da una nave diretta a Roma e naufragata nello Ionio.
Della piccola flotta di tre unità fa parte anche un gommone del nucleo subacqueo dei carabinieri. In assenza di notizie ufficiali e dalla presenza di un’imbarcazione munita di pompe di aspirazione, si può ipotizzare che l’intervento serva a liberare la sabbia accumulata che coprirebbe le vasche. Non si può escludere la scoperta di nuovi reperti nascosti sotto ai fondali. I resti dell’imbarcazione non sono stati mai ritrovati.
Le operazioni potreebebro essere collegate alla preparazione del Parco digitale subacqueo annunciato a gennaio scorso da Barbara Davidde, soprintendente nazionale per l’archeologia subacquea. «I visitatori – spiegò allora la soprintendente in un'intervista -, saranno dotati di tablet subacqueo che permetterà di accedere alla realtà aumentata, ovvero quando saranno davanti al sito sommerso avranno la possibilità di vedere sia quello che c'è ma anche come doveva essere nelle età antiche. Il tutto – ha detto ancora Davidde - permesso dall'internet subacqueo che viaggia sulle onde acustiche in mare, onde che, al contempo, ci permettono anche di sfruttare altre funzioni per monitorare lo stato di conservazione dei reperti in quanto di rilevare fattori come Ph e temperatura, e se e quanto possano influire sul loro stato». Il programma di attività di valorizzazione e ricerca ad alto contenuto tecnologico con internet subacqueo sarà finanziato con fondi Pon del Ministero della Cultura.
La soprintendente Davidde, attualmente direttrice del Nucleo Interventi per l’Archeologia Subacquea dell’Istituto Centrale per il Restauro, funzionario archeologo presso l’Istituto Centrale per l’Archeologia e docente di Archeologia Subacquea presso l’Università di Roma TRE, ha una lunga carriera alle spalle ed è stata recentemente eletta nel consiglio tecnico scientifico dell’Unesco per il patrimonio subacqueo.
I Sarcofagi del Re sono uno dei più importanti giacimenti archeologici sottomarini di tutto il Mediterraneo. Le grandi vasche giacciono in fondo al mare, a circa 6 m di profondità, a poca distanza dalla costa di San Pietro in Bevagna, nei pressi della foce del fiume Chidro. I Sarcofagi del Re sono 23 opere colossali, pesantissime, in marmo, inabissatesi nel III sec. d.C. , con la nave che le trasportava a Roma.
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3 commenti
Lorenzo
mer 8 settembre 2021 05:31 rispondi a LorenzoPensate gente, un comune con i sarcofagi del re, due riserve naturali, 15/18 Km di costa, tre Torri, area archeologica messapica, capitale del vino primitivo, chiese meravigliose, centro storico da favola, ha, ha avuto e forse avrà politici incompetenti a far diventare reddito e posti di lavoro quanto elencato. Due mesi di lavoro, tante pensioni, molti redditi di cittadinanza e alcuni tra i migliori concittadini costretti ad emigrare perché non raccomandati. Anno domini 2021 D. C. ??????
Piero Modeo
gio 9 settembre 2021 12:15 rispondi a Piero ModeoHai perfettamente ragione.... ma credo che anche i cittadini stessi non si rendono conto di quello che hanno...è incredibile.. piccoli paesi della Puglia che non hanno le bellezze naturali di di Manduria sono molto più avanti . Che peccato !
Agostino
ven 10 settembre 2021 07:45 rispondi a AgostinoEsattamente 30 anni fa prestavo servizio militare a Roma, nell'Ufficio Amministrazione della Caserma dei Lancieri di Montebello. Il maresciallo era una bravissima persona e molti anni prima era stato fidanzato per qualche anno con una ragazza di Manduria. Oltre alla ragazza si era col tempo innamorato anche del posto. Mi prese in simpatia da subito ma sentendo che ero di Manduria mi disse testualmente e con forte rammarico: "Manduriani, popolo di addormentati!". Non potevo dargli torto allora e purtroppo mi tocca constatare che non potrei dargliene ancora adesso.