Un grave atto vandalico è stato compiuto ad Avetrana dove degli sconosciuti hanno danneggiato la stele dedicata ai partigiani e la lastra di marmo commemorativa del partigiano avetranese Pietro Mazzei caduto in battaglia nella lotta contro il nazifascismo.
Un gesto ulteriormente grave perché compiuto a cinque giorni dal “Giorno della memoria” che si commemora il 27 gennaio di ogni anno in ricordo di quel giorno del 1945 quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono i deportati rinchiusi nel campo di concentramento di Auschwitz dichiarando la fine dell’olocausto.
Immediata la condanna del Circolo Anpi di Avetrana e del suo presidente provinciale, Riccardo Pagano. «Quanto accaduto – ha detto - è non solo deplorevole, ma oltremodo oltraggioso della memoria partigiana».
Per il presidente della sezione locale dell’Anpi, Patrizio Addabbo, «tale atto, giammai declassabile a semplice “ragazzata”, è frutto di ignoranza e di un malsano revisionismo storico finalizzato all’infangamento della Liberazione e dei suoi artefici».
I componenti del circolo chiedono dell'Anpi chiedono che sull’episodio si esprima il sindaco e l’intero Consiglio comunale di Avetrana.
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3 commenti
Gregorio
mar 24 gennaio 2023 09:47 rispondi a GregorioFortunatamente negli ultimi anni regna la democrazia, certo che ogni cosa che succede oggigiorno la maggior parte è strumentalizzata. C’è da tenere presente che i Partigiani per andare al POTERE,…bè , per logica avranno commesso QUALCHE REATO !!
C. M.
dom 22 gennaio 2023 10:19 rispondi a C. M.Non parlerei di revisionismo, è stupidità ed ignoranza, aggiungerei entrambe genetiche. Chiunque sia stato esterna evidenti vuoti formativi, caratteriali ed educativi mal colmati da famiglia, scuola, ambiente. Inoltre:il termine revisionismo non è necessariamente negativo, la storia scritta nell'immediato è sovente condizionata dai giusti risentimenti e purtroppo a volte da faziose convenienze.Riesaminare a freddo, scevri da condizionamenti può aiutare a meglio comprendere il perché di certi errori di chi ci ha preceduto.Facendo pace con la storia lo facciamo con noi stessi e principalmente smettiamo di estremizzare la formazione dei nostri figli in fascismo/ antifascismo, comunismo/anticomunismo, entrambi ampiamente archiviati nei fatti, viviamo fortunatamente in contesto democratico, pieno di pregi e difetti, ma, da tenerci ben stretto. Revisionare non è riscrivere, ma riesaminare.
giovanni cazzato
mar 24 gennaio 2023 06:54 rispondi a giovanni cazzatoE' ammirevole il tono pacato del ragionamento di C.M. Mi permetto, però, di osservare che se effettivamente fascismo e comunismo sono eventi e storie che non appartengono più a nessuna prospettiva del nostro paese, è pur vero che i fenomeni e i rigurgiti neofascisti in Italia si ripresentano regolarmente in modo chiaro ed esplicito. Si guardi all'azione squadrista contro la CGIL e alle diverse organizzazioni che rivendicano e praticano appartenenze a ideologie e che innalzano simboli neo nazisti. Certo spesso c'è ignoranza, ma in questo caso il gesto è mirato a offendere un valore ben preciso e ben meditato.