Una moschea nella casa del boss

Una moschea nella casa del boss | © n.c.MANDURIA - Il Ministero dell’Interno ha finanziato un progetto del comune di Manduria che prevede la realizzazione di un centro polifunzionale per immigrati regolari con annessa piccola moschea. La struttura dovrebbe nascere in una palazzina confiscata al clan dell’ex boss manduriano della Sacra corona unita, Vincenzo Stranieri. Nello stesso progetto redatto dall’ufficio del Piano di zona di cui il comune messapico ne è capofila e finanziato con un milione e settecentomila euro di fondi Pon Sicurezza per lo sviluppo, è compreso anche un centro di accoglienza residenziale con cinque appartamenti ricavati nell’ex mattatoio del comune di Torricella. Nella palazzina appartenuta a Stranieri, ex braccio destro di Pino Rogoli, detenuto ininterrottamente da 26 anni, gli ultimi diciannove in regime di 41 bis, saranno ricavati ambienti per l’apprendimento della lingua italiana, per la mediazione culturale, l’educazione civica, per l’assistenza socio psicologica e uno spazio dedicato al culto. Le proprietà confiscate al clan Stranieri sono state inserite nell’elenco dei beni da convertire a scopi sociali affidati per il coordinamento all’associazione per la legalità e contro la mafia, «Libera». Dalla famiglia Stranieri, intanto, le notizie sono ben diverse. Pare, infatti, che non tutta la proprietà in questione (villetta in via Giardinello) appartiene allo Stato. La parte sequestrata e poi confiscata, infatti, è relativa al solo corpo di fabbrica e non anche al terreno circostante che rimane di proprietà della famiglia dell’ex boss. Questo aprirebbe (pare anzi che sia già partito) un contenzioso tra i presunti legittimi proprietari e il comune e, per suo tramite, lo Stato.

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