Sabato, 24 Maggio 2025

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L'abitazione è stata acquistata da un imprenditore manduriano

Un museo in casa Springer, il comune avvia le procedure

Alcuni ambienti della casa di Elisa Springer Alcuni ambienti della casa di Elisa Springer

La casa manduriana di Elisa Springer, l'ex deportata sopravvissuta ai lager di Auschwitz, Bergen-Belsen e Terezin, potrebbe diventare un museo.

La giunta del comune di Manduria ha approvato una dichiarazione di pubblico interesse all'acquisizione in locazione del piccolo appartamento di via dei Mille dove l'autrice del best seller "Il silenzio dei vivi" ha vissuto per 60 anni con suo marito, il manduriano Guglielmo Sammarco, conosciuto a Milano dopo la liberazione. L'abitazione è stata acquistata un anno fa da un investitore del posto intenzionato a farne un B&B. Rimasta chiusa per quasi vent'anni (la scrittrice è morta a settembre del 2004), il nuovo proprietario ha trovato l'appartamento con parte del mobilio presente e numerosi cimeli che conserva gelosamente e che, secondo i progetti dell'amministrazione comunale, dovrebbero essere esposti nella futura casa-museo. Sempre che tra le parti si raggiunga l'accordo tutto ancora da scrivere.

Per ora gli uffici comunali, su input del sindaco Gregorio Pecoraro, hanno concluso una conferenza di servizio interna indetta dal segretario generale con la partecipazione dei responsabili degli uffici interessati, nel corso della quale sono state esaminate tutte le problematiche relative allo stato e alla qualificazione urbanistica dell'immobile. Sono stati inoltre individuati gli interventi necessari da sottoporre al proprietario per consentire la fruizione dell'immobile finalizzata alla realizzazione di visite culturali negli ambienti appartenuti e vissuti dalla famosa concittadina.

Il posto, si legge nella delibera, «rappresenta un importante luogo di memoria, quella memoria che non si insegna ma si vive, e che per tale motivo rappresenta un luogo che deve essere messo a disposizione della città, dei giovani di Manduria e di tutte le realtà sociali e scolastiche che vogliono visitarla». Sempre, ovviamente, che si riesca a raggiungere l'accordo con la proprietà del bene che a quanto pare non è stato ancora interpellata o comunque non esistono tracce di eventuali contatti nell'atto di giunta.

Tra i tanti oggetti appartenuti alla deportata, ritrovati impolverati ma straordinariamente intatti e conservati dall'investitore manduriano, ci sono numerosi appunti scritti di pugno dalla Springer, alcuni dei quali di straordinario interesse letterario oltre che storico. Tra questi, un foglio contenente una frase autografa che sembra essere proprio l'incipit del famoso libro-testimonianza «Il Silenzio dei vivi»: «Vorrei che il mio silenzio fosse parole in un mondo dove tutti gridano, vorrei fosse voce per tutte le vittime innocenti sparite nel buio dell'indifferenza».

È solo uno dei tanti cimeli trovati nella vecchia casa di via dei Mille a Manduria dove la donna ha vissuto in incognito per 50 anni prima della notorietà ottenuta in tutto il mondo grazie al libro tradotto in diverse lingue. Il prezioso appunto ritrovato è solo uno dei tanti piccoli tesori di carta, alcuni strappati, altri piegati con cura e conservati gelosamente nei contenitori di pelle o nei cassetti di casa Springer che potrebbero richiamare l'interesse dei visitatori. E poi abiti, libri, fotografie, pettini, numerosissimi berretti che la donna ha indossato nella sua lunga e silenziosa vita manduriana.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto

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1 commento

  • Alfonso
    dom 22 ottobre 2023 03:02 rispondi a Alfonso

    Certo strano che a nessuno degli amministratori dell'epoca sia venuto in mente di intervenire subito per evitare di dover inseguire l'eventuale acquisto o locazione di una abitazione così importante per la citta'.

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