
Con l’accusa diturbativa d’asta e tentata estorsione, due uomini di Fragagnano di 46 e 51 anni, incensurati, sono stati raggiunti da altrettanti provvedimenti cautelari da parte della magistratura, uno che dispone gli arresti ai domiciliari, l’altro il divieto di avvicinamento alla vittima. Dalle carte dell’accusa viene fuori una brutta storia nata dall’interesse di più persone per la proprietà di un immobile, un piano terra adibito a bar e un appartamento al primo piano, che il tribunale di Taranto aveva messo in vendita all’asta. Ad avere la peggio, secondo la pubblica accusa, sarebbe stato il gestore del locale commerciale che aveva partecipato alla vendita giudiziaria offrendo la somma di centomila euro, su un valore presunto di 160.000, aggiudicandosela in quanto unico offerente.
I provvedimenti cautelari firmati dalla giudice Vilma Gilli, sono la conclusione di un’indagine condotta dai carabinieri della stazione di Fragagnano che partono da una denuncia presentata il 14 ottobre scorso dal gestore del bar che nel frattempo era divenuto proprietario grazie all’aggiudicazione del bene messo all’incanto.
L’uomo raccontava che circa dieci giorni prima sarebbe stato invitato a casa del vecchio proprietario dell’immobile il quale lo invitava a rinunciare all’acquisto. Spiegando di non poter più tornare indietro poiché aveva già versato la somma ed anche le spese di procedura, l’imprenditore avrebbe ricevuto la seguente richiesta estorsiva: «visto che tutto l’immobile vale 160mila euro mentre to lo stai pagando solo 100mila, mi devi dare i 60mila di differenza, in contanti e subito, altrimenti prendo la tua famiglia e a te ti faccio male». Da qui l’accusa di tentata estorsione.
L’indagato che deve invece rispondere di turbativa d’asta fallimentare, un autista di 46 anni anche lui interessato all'acquisto, avrebbe minacciato pesantemente l’imprenditore. A suo carico gli acquirenti riconoscono un episodio che sarebbe avvenuto a luglio del 2019 quando, avendo appreso l’interesse del gestore del bar a partecipare all’incanto, lo avrebbe minacciato con la frase: «se lo compri tu ti incendio il locale e a te ti brucio con l’acido».
Tre giorni dopo questo episodio che sarebbe avvenuto nel locale alla presenza di altre persone le quali, però, non avrebbero ascoltato le parole pronunciate dai due che discutevano animatamente, degli ignoti diedero fuoco al gazebo esterno del bar situato nel centro di Fragagnano. E non basta. Otto giorno dopo quell’incendio sicuramente doloso (le telecamere ripresero la scena di un uomo incappucciato che cospargeva la struttura di liquido infiammabile), due autovetture di proprietà della coppia che gestiva il bar furono a loro volta date alle fiamme.
Questi attentati, rileva la gip Gilli, pur di sicuro valore indiziario considerate proprio le minacce ricevute dalla parte lesa, non sono sufficienti a formulare l’imputazione a carico dell’indagato.
Sono giustificate, invece, conclude la giudice, le misure cautelari decise che dispongono per il 46enne indagato di turbativa d'asta il divieto di avvicinamento entro i trecento metri ai nuovi proprietari del locale-bar e dalla propria abitazione; più restrittiva la misura a carico dell’imprenditore agricolo di 51 anni per il quale, rispondendo di tentata estorsione, è scattato il mandato di cattura con la detenzione ai domiciliari. I due indagati sono difesi rispettivamente dagli avvocati Biagio Leuzzi il primo e Luigia Brunetti il secondo.
Nazareno Dinoi
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