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«Torre Colimena è degli avetranesi»

«Torre Colimena è degli avetranesi» «Torre Colimena è degli avetranesi» | © n.c.MANDURIA - Gli storici di Avetrana, Pietro Scarciglia e Luigi Schiavoni, per conto dell’Associazione turistico-culturale «Terra della Vetrana», tornano sull’antica vertenza circa la proprietà rivendicata dagli avetranesi ma di fatto compresa nel territorio del comune di Manduria, della fascia costiera di Torre Colimena e Specchiarica. In un lungo intervento che pubblichiamo integralmente sul sito de La Voce on line (www.lavocedimanduria.it), in cui esibiscono una serie di documenti storici e citazioni di personaggi dell’epoca che proverebbero l’originaria proprietà di quei territori al comune di Avetrana, gli studiosi locali scrivono in proposito: «fino a quando Manduria non sarà in grado di provare con documenti degni di questo nome e non con annotazioni a quanto alla pubblicistica che si produce da Avetrana in merito alla questione, ci resterà sempre l’idea che qualcuno ne abbia approfittato. Tutto ciò – continuano - prescindendo dagli interessi che Avetrana da sempre ha mostrato su quel territorio a fronte del disinteresse di Manduria». Polemizzando con lo studioso manduriano Pietro brunetti che in un precedente suo intervento da noi pubblicato sosteneva invece la proprietà manduriana di quelle terre bagnate dal mare, gli studiosi avetranesi sollevano la questione del depuratore al termine di un lungo elenco di cose promesse e mai fatti dai manduriani per il loro territorio. «Questo per citare alcuni esempi su quanta cura ed interesse mostri Manduria per quelle zone balneari (dulcis in fundo la scellerata decisione di conferire le acque reflue in aree di gran pregio naturalistico) ed in risposta a chi affermava essere gl’interessi di Avetrana quelli di percepire quelle ‘gabelle’ che moderni amministratori hanno inventato da qualche anno in qua, né tanto meno sono da tacere i tentativi di scambio territoriale e i tentativi di costituzione di collaborazione che Manduria ha sistematicamente disertato, o rigettato». (Di seguito il testo integrale con i documenti allegati su www.lavocedimanduria.it) Si premette doverosamente che quanto seguirà fa riferimento ad un testo pubblicato dalla Associazione Turistico-Culturale ‘Terra della Vetrana’ pertanto chi volesse chiarire od approfondire quanto di seguito sarà esposto, potrà richiedere il volumetto presso la stessa Associazione. A distanza di alcuni mesi rispondiamo al lungo commento fatto dal prof. Brunetti alla nostra pubblicazione perorando la causa a difesa di Manduria in merito alla legittimità dell’ appartenenza della fascia costiera oggetto del contendere. Solo ora infatti, avendo formalizzato la possibilità di scrivere degli articoli su codesto giornale, con piacere rispondiamo al commento di cui sopra.   Mentre da un lato, apprezziamo la lunga disamina a difesa del suo comune, dall’altro duole osservare che il lunghissimo articolo apparso in data 7/11/2013 sia essenzialmente, un semplice ‘commentario’, su quanto da noi pubblicato senza che però venisse prodotto alcun documento che andasse ad inficiare, contraddicendole, le nostre tesi. Ci aspettavamo qualcosa di più consistente al raggiungimento esaustivo della verità storica. Ma procediamo con ordine: nella nostra pubblicazione avevamo affermato la non essenzialità degli atti antecedenti la dismissione della feudalità (2 Agosto 1806) rifacendoci al decreto del 10 marzo 1810, Titolo III, art. 20, in cui veniva fissata una data precisa: il 1536 (anno da cui un territorio ex feudale, del quale se non se ne fosse potuto dimostrare ‘il possesso continuo ed ininterrotto, esso sarebbe entrato a far parte ‘del demanio divisibile’). In che modo, il professor Brunetti, dimostra la continuità del possesso di quella fascia costiera, un tempo costituente il feudo di S. Pietro in Bevagna, da parte dell’Università di Manduria dal 1536 al 10 marzo 1810? Partendo dal 1463! Con un fantomatico documento citato la prima volta da D. Francesco M. Ferrara (1713) da Casalnovo e, successivamente, più volte ripreso da molti altri autori, ma mai visionato o esibito da alcuno. A ciò, nel testo, avevamo già risposto con un documento (estratto dai cosiddetti quinternioni) del 1661 che ne includeva un altro del 1500 (pag. 62-63). Segue quindi, da parte dello storico manduriano, un discorso circa la semantica del ‘lido del mare’ arrivando a considerare probabile l’idea che per ‘lido del mare’ (di cui si parla nei documenti) possa intendersi, grosso modo anche l’area dell’attuale Strada Tarantina. Noi ci siamo accontentati e ci accontentiamo del Devoto-Oli (vedi) per il quale dal lat. litus –öris è da intendersi inequivocabilmente: 'spiaggia, litorale'. Un’altra osservazione che muove il prof. Brunetti è che ‘il diritto del sale non certifica automaticamente il possesso della salina’ a di più a tal proposito ci dice, il prendere sale dalle saline di Casalnovo visto che comunque esse, in modo incontrovertibile, appartenevano al Demanio Regio…. Ci pare inoltre che al professore sfugga (absit iniuria verbis) la nozione di ‘ territorio , tenimento , pertinenze etc. etc. ’ così come ci viene corroborato da sue osservazioni successive. Né, con nostra sorpresa, ci saremmo sentiti contestare la semantica dei termini: ‘Giace’, ‘tenimento’, ‘territorio’, ‘possiede’, ‘posta in’, ‘saline de’, ‘marina di’ (tenuto conto anche di elementi estratti dalle varie leggi, v.pagg,67,70,71,73) lì dove il testo così riferisce: ‘Giace nell’Avetrana….certo seno di terra’. Pag.23 ‘Saline site et poste nel tenimento di Avetrana’ Pag.22 ‘ Prope mare publicas salinas habet’ (possiede) pag.25. Precisiamo che queste parole in latino sono scritte dal Pacelli che il professore certamente conosce, ma forse ha distrattamente ignorato. ‘Marina di’ Torre della Colimena marina di detta terra della Vetrana. Pagg.15-19. Tanto meno si mostra convincente, laddove lo storico manduriano intende dimostrare che le saline non facevano parte del territorio avetranese perché ne era proprietaria la Real Cassa d’Ammortizzazione. Conveniamo! Il comune di Avetrana non ne era proprietario! Ma a quale territorio pertinevano? Rifacciamo la domanda in termini più attuali: le odierne aree demaniali marittime pertinenti la fascia costiera contesa ricadono o no in territorio di Manduria seppure proprietario ne sia lo Stato? Ovvero, quel demanio ricade o no nel territorio di Manduria? L’unica risposta ragionevolmente e semplicemente possibile, è che le saline a quel tempo erano in territorio di Avetrana! Ciò premesso, perché la Regia Guardia di Finanza (Circolo di Taranto) fa obbligo al Comune di Avetrana, e non a quello di Manduria di riparare il canale della ‘Salina’(1919-documento producibile)? Le chiediamo: come mai le richieste di affitto delle terre delle dismesse saline fatte dal sig. Donato Casavola (1838) (pagg. 30 e 68-69) e dal sig.Vespasiano Schiavoni (1861 documento che sottoponiamo in allegato), per citarne solo alcune, vengono rivolte al Sindaco di Avetrana e non a quello di Manduria, pur essendo quegli anni antecedenti il 1867 e quindi all’acquisto (seppur temporaneo) di quelle terre da parte del Municipio di Avetrana? Come può darsi ( così come si evince dalla lettura del Catasto Onciario di Avetrana – pag.24 del testo e all. pag.65) che le proprietà in quel di Torre Colimena di un cittadino residente in Manduria siano iscritte nel Catasto Onciario di Avetrana e non in quello di Manduria? Rileviamo che, nel suo lungo articolo, Lei ha saltato a pie’ pari, fra le altre, quanto è nelle pagg. 37-38, dove si dice di fatti successivi al fatale (per Avetrana) 1874. Quale risposta argomentare in contrario ai documenti che lì si propongono? Ci chiediamo: come mai il Pacelli, (pag,25), Francesco Marasco, sindaco di Manduria (pag.32), l’Avv. Raffaele Francescovitti consigliere del Mandamento di Manduria (7/11/1916 documento producibile) tutti di Manduria concordano ognuno per la propria parte e in epoche differenti ma contigue, nell’attribuire la fascia costiera ( o parte di essa) ad Avetrana e non a Manduria? Le specifichiamo, ribadendolo, infine a proposito dei confini delle diocesi (visto che non ha tenuto conto di quanto riportato a pag 24 nota 13) che il territorio parrocchiale è assolutamente identico a quello comunale, la differenza sta solo nella circoscrizione della diocesi. Ciò spiega il motivo per cui L. Tarentini in Manduria Sacra, mai menzioni le due cappelle (dell’Annunciazione e della Salina) le quali erano evidentemente, rispetto a Manduria, extra-territoriali. Dato che le leggi regionali a prevedono in materia di antiche usurpazioni territoriali ci resta una consolazione, fino a quando Manduria non sarà in grado di provare con documenti degni di questo nome e non con annotazioni a quanto alla pubblicistica che si produce da Avetrana in merito alla questione, ci resterà sempre l’idea che qualcuno ne abbia approfittato. Tutto ciò prescindendo dagli interessi che Avetrana da sempre ha mostrato su quel territorio a fronte del disinteresse di Manduria ( ci riferiamo per es. alla progettazione dell’antica strada Avetrana-Torre Columena (1891), alle bonifiche delle paludi (sec. XIX), alle rimostranze del Comune di Avetrana per la mancata elettrificazione di Torre Columena da parte del Consorzio Bonifica di Arneo( 1957) . Il municipio di Avetrana si fa portavoce della popolazione rivierasca (Torre Columena-Specchiarica) presso l’ENEL per lamentare l’assoluta mancanza di pubblica illuminazione (1977) . Infine le rimostranze del municipio avetranese nei confronti dell’AQP che intendeva sversare nella salina le acque reflue parzialmente depurate (1980). Come dimenticare infine le promesse, non mantenute da Manduria, fatte al Comune di Avetrana? Portare la rete idrica di acqua potabile a S. Pietro in Bevagna comportava l’attraversamento del territorio di Avetrana, il consenso fu dato dietro impegno, da parte di Manduria, di portare paritariamente lo stesso servizio a Torre Columena……sono passati alcuni decenni ma mentre in S. Pietro in Bevagna il tronco arrivò, Torre Columena e Specchiarica restano ancora in attesa. Questo per citare alcuni esempi su quanta cura ed interesse mostri Manduria per quelle zone balneari (dulcis in fundo la scellerata decisione di conferire le acque reflue in aree di gran pregio naturalistico) ed in risposta a chi affermava essere gl’ interessi di Avetrana quelli di percepire quelle ‘gabelle’ che moderni amministratori hanno inventato da qualche anno in qua, né tanto meno sono da tacere i tentativi di scambio territoriale e i tentativi di costituzione di collaborazione che Manduria ha sistematicamente disertato, o rigettato. Pietro Scarciglia Luigi Schiavoni

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7 commenti

  • maria
    lun 23 giugno 2014 06:11 rispondi a maria

    @ vetrana I ricordi o racconti di mio nonno erono uguali a quelli di molti Avetranesi. Ma non importa, io guardo al presente,al posto di truffa avrei potuto scrivere tasse ingiuste? menefreghismo? disinteresse? Le mie certezze sono che pago una somma non indifferente di IMU, l`asfalto lo habbiamo pagato noi privati, se non vogliamo fare la strada al buio dobbiamo illuminarla pagando la bolletta noi privati, non ce`la fogna (ma in compenso ci portono lo scarico a mare)manca l`acqua, nessun servizio pubblico, la tassa sulla casa si paga per ottenere servizi e non per ingrassare i Comuni e destinare il denaro che si incassa dalle abitazioni al mare per altri usi. Non mi importa chi li gestisce, che sia Manduria o Avetrana poco conta, cio`che e`importante il risultato.

  • vetrana
    lun 23 giugno 2014 12:03 rispondi a vetrana

    Gentile sig. Maria Ci spiace dover contraddire la memoria di suo nonno. Per quanto siamo stati in grado di estrarre dalla documentazione mai nessun cambio stato fatto in merito alla questione che si dibatte. Ha perfettamente ragione quando ci dice che nonostante i cittadini vengano vessati da continue tassazioni ne derivi, (parole Sue) una TRUFFA. Il nostro scrivere nasce dall esasperante disinteresse rivolto a questi territori di molte Amm.ni Com.li di Manduria. Vogliamo esserLe sinceri fino in fondo: probabilmente passando ad Avetrana quei territori potrebbero non godere di sorte migliore, ma converr che se quelle terre fossero amministrate da avetranesi, molto pi probabilmente i cittadini avetranesi avrebbero un referente (sempre per uno sporco gioco elettoralistico) che sarebbe costretto ad ascoltarli mentre oggi, quelle, restano terra di nessuno.

  • vetrana
    lun 23 giugno 2014 12:02 rispondi a vetrana

    Sig. Carlo Riteniamo, e ci auguriamo che almeno in ci ne convenga, che lignorare i fatti sia la ragione dellapprossimazione con cui molti sentenziano con altrettanta leggerezza.

  • Carlo.
    ven 6 giugno 2014 01:59 rispondi a Carlo.

    Non sanno come passare il tempo, e parlano della Storia Infinita. Ma i bambini che hanno visto anche il film si stanno annoiando!

  • maria
    gio 5 giugno 2014 04:56 rispondi a maria

    Mio nonno mi diceva sempre, che la zona costiera apparteneva ad Avetrana, ma cambio`con Manduria, Avetrana prese le terre nell`interno e Avetrana cedette quelle costiere. In tutti questi anni piu`volte vengono fuori versioni, documenti, prove esibiti dall`uno o dell`altro Comune, fino ad oggi senza esito. O gli Avetranesi sono incapaci a riprendersi quanto gli appartiene, o i Manduriani sono piu`bravi dei vicini. Francamente far parte di Manduria o Avetrana non e`tra le mie priorita`, ma confesso che pagare le tasse come seconde case e non ricevere nessun servizio e`una TRUFFA verso i cittadini.

  • vetrana
    gio 5 giugno 2014 11:06 rispondi a vetrana

    Carissimo Sergio, come avrai notato, il nostro non puro spirito di 'contesa' ma ricerca di verit storica. Per il resto lo abbiamo anche scritto: a noi dispiace, di fondo, vedere trascurate ed in abbandono quelle aree. Per cui, per quello che due cittadini possono fare ben poca, di fronte alla 'nolont' di Manduria di giungere ad una collaborazione, 'paritaria' fra i due comuni.

  • sergio di sipio
    gio 5 giugno 2014 07:43 rispondi a sergio di sipio

    Cari amici di Avetrana spero che la vostra richiesta venga evasa in fretta non perch mi affanni a far parte del vostro comune ma perch queste dispute restano negli angoli e non fanno bene alle comunit in causa.Invece dovreste discutere ad una comunione tra i due comuni per dare servizi che ora sono scarsamente funzionanti.Tipo trasporti locali,immondizia,vigilanza,acqua,fognatura.Anche monumenti da abbattere e via dicendo insomma.Auguri a tutti e buon divertimento.

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