

Croci, armature, elmi, spade con scudi e insegne. Un mondo a sé, tutto da ricostruire, una passione, quella verso la storia degli Ordini cavallereschi e militari che sta avendo sempre più successo, non solo nella narrativa ma anche nella produzione cinematografica e televisiva.
A fianco a quei buoni risultati di mercato c’è però da rilevare una maggiore attenzione nella ricerca storica, specialmente quella condotta su documentazione di prima mano, sulle fonti inedite. Veri giacimenti sono stati portati di recente alla luce e ghiotte sono le occasioni per poi rendere pubblici i risultati di tali diuturne e appassionate esplorazioni.
In questo filone scientifico si inserisce, a buon titolo e con merito, il volume di Michelino Fistetto dal titolo Della storia templare in terra di Puglia nel regno di Sicilia. Relazione (Barbieri Edizioni, 72 pagine, 12,00 euro).
In sette “capitoli”, due dei quali di documenti, l’autore introduce il lettore nel regno leggendario dei Templari. Dopo essersi soffermato sulle vicende storiche fino al famoso processo, si addentra nel magico mondo dei misteri e dei simboli legati alla vita dei Templari in Puglia. Segue con l’esame della decadenza dell’Ordine dei Templari, con il conseguente falso processo, la condanna e la definiva soppressione. Infine, un benaugurale paragrafo che dal templarismo giunge sino all’odierno neotemplarismo.
Una immensa bibliografia riguarda la storia dell’Ordine del Cavalieri Templari, che ha affascinato studiosi, ricercatori specialisti, perfino ammirati e superficiali indagatori, incuriositi per quel certo alone di esoterismo che circondò la loro vicenda e dette luogo al loro mito (ancor oggi ricco di fascino e mistero). Delineare perciò la loro storia in Terra di Puglia – inserita nel Regno di Sicilia, come era in quei due secoli che li videro protagonisti – con la volontà dichiarata di oggettività storiografica, scientificamente condotta su basi documentarie, non poteva risolversi che in questa Relazione di Fistetto (docente di lettere e poi anche preside; socio ordinario della Società di storia patria della Puglia), su richiesta dell’Ordine Templare nel quale ricopre la carica di Dignitario, addetto alla cultura.
Dino Levante

Il volume, 64 pagine, corredato da numerose foto e disegni a colori, si apre con una breve ma circostanziata ricostruzione storica della Torre in cui si intercalano i ricordi personali dell’Autore – dalla prima locazione ai giochi infantili, dai lavori di ristrutturazione alla scelta di abitare stabilmente nella Torre, dall’apertura al pubblico del sito alla nascita del museo permanente «Cheramo e Bacco» – la lui raccontati con evidente commozione e trasporto.
Da residenza famigliare a sito aperto al pubblico il passo non è breve, ma in questa decisione c’è tutto l’attaccamento e la dedizione di Elio Scarciglia, avetranese, esperto di ceramica antica e co-fondatore dell’«Associazione Nazionale Amici della Ceramica», a questa Torre che ha abitato, protetto e difeso strenuamente per decenni, preservandola da un sicuro destino di incuria ed abbandono.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.