Sabato, 27 Luglio 2024

Cultura

Di Michele Fistetto e Elio Scarciglia

Sui templari in Puglia e sull'antica torre di Colimena, due nuovi libri Barbieri Edizioni

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Nell’itinerario anche del più sprovveduto “turista per caso” in visita nel capoluogo brindisino, c’è senz’altro la chiesa di San Giovanni al Sepolcro (del Santo Sepolcro o tempietto del Sepolcro). Il sacello romanico, nel centro storico di Brindisi, secondo alcuni studiosi potrebbe essere stato edificato dai templari. E l’attribuzione all’Ordine del Tempio potrebbe essere giustificata dalla confusione, che spesso si genera, tra gli Ordini religiosi (militari e canonicali) sorti in Terra Santa all’indomani della Prima crociata: l’Ordine dei canonici del Santo Sepolcro era noto come Ordo Templi Dominici Sepulchri, mentre quello templare come Ordo Templi Salomonis. Senza dubbio testimonianza templare nella città portuale è rimasta nella chiesa di Santa Maria del Casale, dove si tenne un importante processo ai Templari, nei mesi di maggio e giugno del 1310, condotto da una commissione di ecclesiastici papali e locali.

Croci, armature, elmi, spade con scudi e insegne. Un mondo a sé, tutto da ricostruire, una passione, quella verso la storia degli Ordini cavallereschi e militari che sta avendo sempre più successo, non solo nella narrativa ma anche nella produzione cinematografica e televisiva.

A fianco a quei buoni risultati di mercato c’è però da rilevare una maggiore attenzione nella ricerca storica, specialmente quella condotta su documentazione di prima mano, sulle fonti inedite. Veri giacimenti sono stati portati di recente alla luce e ghiotte sono le occasioni per poi rendere pubblici i risultati di tali diuturne e appassionate esplorazioni.

In questo filone scientifico si inserisce, a buon titolo e con merito, il volume di Michelino Fistetto dal titolo Della storia templare in terra di Puglia nel regno di Sicilia. Relazione (Barbieri Edizioni, 72 pagine, 12,00 euro).

In sette “capitoli”, due dei quali di documenti, l’autore introduce il lettore nel regno leggendario dei Templari. Dopo essersi soffermato sulle vicende storiche fino al famoso processo, si addentra nel magico mondo dei misteri e dei simboli legati alla vita dei Templari in Puglia. Segue con l’esame della decadenza dell’Ordine dei Templari, con il conseguente falso processo, la condanna e la definiva soppressione. Infine, un benaugurale paragrafo che dal templarismo giunge sino all’odierno neotemplarismo.

Una immensa bibliografia riguarda la storia dell’Ordine del Cavalieri Templari, che ha affascinato studiosi, ricercatori specialisti, perfino ammirati e superficiali indagatori, incuriositi per quel certo alone di esoterismo che circondò la loro vicenda e dette luogo al loro mito (ancor oggi ricco di fascino e mistero). Delineare perciò la loro storia in Terra di Puglia – inserita nel Regno di Sicilia, come era in quei due secoli che li videro protagonisti – con la volontà dichiarata di oggettività storiografica, scientificamente condotta su basi documentarie, non poteva risolversi che in questa Relazione di Fistetto (docente di lettere e poi anche preside; socio ordinario della Società di storia patria della Puglia), su richiesta dell’Ordine Templare nel quale ricopre la carica di Dignitario, addetto alla cultura.

Dino Levante

 

 

Diventata per caso la dimora estiva dell’Autore, Elio Scarciglia, e della sua famiglia, Torre Columena, un’imponente torre di avvistamento tardo cinquecentesca, che si staglia tra l’azzurro del mar Ionio e il verde della macchia mediterranea, è raccontata in questo libro attraverso la storia e le sue memorie di bambino e di uomo.

Il volume, 64 pagine, corredato da numerose foto e disegni a colori, si apre con una breve ma circostanziata ricostruzione storica della Torre in cui si intercalano i ricordi personali dell’Autore – dalla prima locazione ai giochi infantili, dai lavori di ristrutturazione alla scelta di abitare stabilmente nella Torre, dall’apertura al pubblico del sito alla nascita del museo permanente «Cheramo e Bacco» – la lui raccontati con evidente commozione e trasporto.

Da residenza famigliare a sito aperto al pubblico il passo non è breve, ma in questa decisione c’è tutto l’attaccamento e la dedizione di Elio Scarciglia, avetranese, esperto di ceramica antica e co-fondatore dell’«Associazione Nazionale Amici della Ceramica», a questa Torre che ha abitato, protetto e difeso strenuamente per decenni, preservandola da un sicuro destino di incuria ed abbandono.

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