Giovedì, 15 Maggio 2025

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Strage Palagiano, preso il presunto mandante

Strage Palagiano, preso il presunto mandante Strage Palagiano, preso il presunto mandante | © n.c.

TARANTO — Ad un anno meno un giorno dall’agguato di Palagiano, in cui rimasero uccisi il piccolo Domenico di due anni e mezzo, sua madre Maria Carla Fornari, di 30 anni, con il compagno Mimmo Orlando, di 43, è stato arrestato dai carabinieri il presunto mandante del triplice omicidio (e non il killer come si era appreso in un primo momento). Si tratta di Giovanni Di Napoli, detto «Nino», di 60 anni, di Palagiano ma di origini calabresi. Ha precedenti per associazione per delinquere di stampo mafioso e il movente sarebbe legato a contrasti personali con Orlando. I particolari sono stati resi noti in una conferenza stampa nella Prefettura di Taranto a cui partecipano il procuratore antimafia Cataldo Motta, il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, e il colonnello dei carabinieri Daniele Sirimarco, con il prefetto Umberto Guidato.

Il procuratore Motta

«Non ci sono testimoni - ha riferito Motta -, nessuno ci ha fornito indicazioni utili né ha parlato su argomenti non direttamente collegati alla strage. Così, faticosamente, abbiamo ricostruito i fatti e individuato il mandante. Non abbiamo ancora gli esecutori materiali, ma questa assenza di indicazioni potrebbe essere legata anche con una presenza nel gruppo di fuoco esterna al territorio della criminalità tarantina». I sospetti sono stati indirizzati verso Di Napoli, che apparteneva allo stesso clan di Cosimo Orlando, una delle vittime, con il quale era entrato in contrasto per una serie di ragioni.

Il commento di Alfano

«Avevamo detto che lo Stato sarà implacabile contro chi commette reati infami come questo. E oggi, a un anno dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, da me presieduto a Taranto, è stato arrestato dai Carabinieri il presunto mandante dell’efferato omicidio di Palagiano, dove ha perduto la vita anche un bimbo di tre anni. Un grande lavoro della magistratura e delle Forze di Polizia, che consegna alla giustizia - perché segua il suo corso - il presunto colpevole». Lo afferma il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che si è complimentato questa mattina con il Procuratore distrettuale antimafia, Cataldo Motta.

La vicenda

Si chiude così una delle pagine più nere della criminalità tarantina. Nell’attentato rimasero miracolosamente illesi i due fratellini di Domenico che fortunatamente erano sdraiati sul sedile posteriore dell’auto mentre la piccola vittima si trovava in braccio a Orlando. Il 17 marzo del 2014, poco dopo le 21, sulla statale 106 che collega Taranto a Reggio Calabria, Maria Carla, Mimmo e i tre bambini erano in viaggio verso Taranto, dove Mimmo doveva rientrare in carcere dove era detenuto in regime di semilibertà. All’altezza dello svincolo per il comune di Palagiano, l’auto fu affiancata da una Opel Astra dal cui finestrino partirono numerosi colpi di arma da fuoco che uccisero Carla, Mimmo e il piccolo Domenico.

La ricostruzione

Una prima auto si affianca alla Matiz con a bordo la coppia e i tre bambini ed esplode i primi colpi in direzione della donna che è alla guida. Poi l’autovettura dei killer passa dalla parte opposta e scarica altri colpi sull’uomo seduto sul lato passeggeri che ha il bambino in braccio, ucciso anche lui. La donna non muore subito e benché ferita mortalmente tenta di sfuggire percorrendo una ventina di metri in retromarcia prima di bloccarsi contro il guardrail. Una seconda macchina che proseguiva dietro, probabilmente di vedetta, si affianca alla Matiz per assicurarsi che i due fossero rimasti uccisi e segnala con gli abbaglianti ai killer che nel frattempo attendevano il via libera a distanza. Tutta la scena è stata ripresa dalla telecamera di sorveglianza di un deposito di carburanti. Così gli investigatori hanno potuto ricostruire la dinamica del delitto.

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