Alla manifestazione manduriana di domenica 16 dicembre contro il depuratore sulla costa, si è consumata una singolare battaglia tra sindaci, tutti del centrodestra ma divisi sulla localizzazione dell’opera. Sfilando platealmente in prima fila con la fascia tricolore, i primi cittadini di Avetrana, Torre Santa Susanna, Torricella e Maruggio, rispettivamente Antonio Minò, Michele Saccomanno, Michele Schifone e Alfredo Longo, negli interventi non hanno risparmiato stoccate al loro collega di Sava, Dario Iaia, assente all’appuntamento perché notoriamente favorevole al depuratore dove è stato previsto dall’Acquedotto pugliese e dalla regione Puglia, in zona Urmo-Specchiarica nelle marine di Manduria, contro il volere delle popolazioni interessate.La replica di Iaia è arrivata ieri con un post molto significativo affidato a Facebook. «Ho visto le immagini della manifestazione ed ascoltato gli interventi – scrive – e mi pare di non aver sentito nessuna proposta alternativa, ma solo tanti No che da anni ci lasciano ancorati al Medioevo, continuando ad inquinare il mare (che tanto si vuole difendere) e le falde». In tono quasi di sfida, poi, il sindaco di Sava sposta le attenzioni in direzione Bari. «Se vi sono proposte valide – scrive Dario Iaia - le presentino al presidente Michele Emiliano senza farci perdere altri trent’anni, perché chi devono convincere – conclude - non è Dario Iaia, ma il presidente Emiliano ed i tecnici della Regione Puglia e dell’Acquedotto pugliese».
La linea del sindaco di Sava è ben nota: sventola la bandiera dell’emergenza ambientale dovuta alla mancanza totale di un sistema fognario dell’intero territorio savese, e ricorda il fantasma di una infrazione comunitaria che farebbe pagare sanzioni pesantissime all’intera comunità pugliese.
Iaia, inoltre, utilizza il mega impianto di depurazione di Fasano che, come quello previsto a Manduria, depura i reflui che utilizzano in agricoltura sino a renderli quasi potabilizzabili, come la testa d’ariete che dovrebbe sgretolare le resistenze degli ambientalisti più intransigenti. «Anche quello di Fasano si trova vicino alla costa adriatica», fa notare il sindaco Iaia ogni volta che si presenta l’occasione. In effetti il depuratore di Forcatelle (Fasano) è anche più prossimo alla costa adriatica, ma è circondato da terreni di scarso valore e quasi del tutto disabitato a differenza di Urmo-Specchiarica, cuore di aree di pregio ambientale, insediamenti turistici e abitativi e aree protette.
Puntualizzazioni a parte, a tutti è ormai chiaro che la regia si trova a Bari nella persona del presidente Emiliano che quattro giorni fa ha fatto sapere attraverso il suo assessore Mino Borraccino che i lavori inizieranno a gennaio laddove sono previsti. A tentare una svolta è il consigliere regionale Luigi Morgante, manduriano, il quale ha assicurato gli organizzatori del corteo di domenica e i sindaci presenti, che si farà promotore di un tavolo istituzionale con l’obiettivo di delocalizzare il cantiere più nell’entroterra. Spostando l’impianto oltre i cinque chilometri dalla costa, infatti, si evita lo scarico d’emergenza in mare.
Nazareno Dinoi
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