
«Mia figlia ha un ritardo nell’apprendimento perché sta crescendo senza una mamma». È l’appello disperato che Valentina muove agli assistenti sociali. E’ la triste storia di una mamma manduriana allontanata tre anni fa dalla sua bambina perché ritenuta «inaffidabile e instabile».
«Mia figlia non parla bene e ha difficoltà a disegnare», ha spiegato alle nostre telecamere Valentina che avevamo già incontrato l’anno scorso, ma in totale anonimato. Con più coraggio la madre stavolta ha deciso di scoprirsi, ma non del tutto. Non vuole mostrarsi pienamente in volto, si nasconde tra i lunghi capelli neri e chiede di camuffare la voce. Eppure, la manduriana, non vuole rinunciare a raccontare la sua drammatica storia. Quella di una relazione amorosa turbolenta che l’aveva spinta prima a denunciare il suo compagno (e padre della figlia) per violenza domestica e poi a rifugiarsi tra le mura di una comunità con la sua piccola.
Una permanenza però ritenuta disastrosa. «Mia figlia è rimasta a digiuno per due giorni», aveva raccontato la donna al nostro primo incontro. È «da quell’inferno», come lei lo aveva raffigurato, aveva istintivamente deciso di scappare, con la figlia, rimescolando così le carte della sua vita e dell’affidamento perché quel gesto, agli occhi degli assistenti sociali, è bastato per classificarla come «instabile mentalmente».
«La vedo per un’ora ogni due settimane al social point di Avetrana», ha spiegato Valentina con lo sguardo dritto e fermo mentre si preoccupa di coprirsi la faccia. «Vogliono farmi prendere degli psicofarmaci - racconta la 27enne riferendosi agli assistenti sociali -, ma io sto bene e lavoro». Sa di aver sbagliato e di essere stata impulsiva quel giorno della fuga, «ma non capisco perché vogliono farmi assumere queste medicine», ripete con insistenza la donna. Eppure dei certificati di sanità mentale ci sarebbero: «Ho anche superato positivamente i test psicologici», ha chiarito poi Valentina in attesa della prossima udienza che si terrà a dicembre. Intanto la figlia continua a vivere con il padre e la sua nuova compagna.
«Senza di lei i giorni non hanno più senso», dice infine Valentina con gli occhi fissi nel vuoto e in attesa di riabbracciare sua figlia, stavolta senza il peso di un timer che scatta ed estranei a cui dar conto. Di seguito il video.
Marzia Baldari
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4 commenti
Gerardo m.
dom 24 settembre 2023 01:04 rispondi a Gerardo m.ma come si puo' imporrere la somministrazioni di psicofarmaci senza nessun controllo specialistico,gli assistenti sociali non possono sostituirsi ai medici specialisti, in questo caso neurologi o neuropsichiatri, ma che cerchino soluzioni meno dolorose e non di comodo, questo tipo di comportamento da parte degli assistenti non fa' altro che creare danni psicologici alla figlia alla quale rischia di portarseli per tutto il resto della sua vita
Tony
ven 28 luglio 2023 06:20 rispondi a TonyAttenzioni a quell’ufficio è pericoloso più di una tigre. Gli assistenti sociali sono cattive dentro e fuori. E tutto il resto dell’ufficio forma un covo di vipere. Solo a manduria tolgono ancora bambini. Negli altri paesi i servizi sociali si adoperano per trovare il meglio affinché madre i figlio non si separino. Qui giocano e la colpa bisogna darla non a questa amministrazione ma a partire da tutte quelle precedenti. I sindaci sono disponibili solo ad incontrare i ricchi, i benestanti, la gente in divisa perché devono fare carriera politica e dei poveri disgraziati manduriani non gliene frega nulla. Questa è manduria che continua la sua strada verso la rovina.
Ntuninu
gio 27 luglio 2023 02:20 rispondi a NtuninuUuè !!! C’è bì crititi ! Cà li assistenti sociali capescunu ‘ncuna cosa ? Cà quiddi onnu studiatu cù lu copia/incolla !!!!
Marco
gio 27 luglio 2023 09:06 rispondi a MarcoBasterebbe un Avvocato con le p*lle a risolvere la situazione e a fare venire la diarrea a questi assistenti sociali laureati alla Sorbona di Parigi e Cambridge di Londra...🧟♂️ L' instinto materno non può essere valutato da chi forse non ha nemmeno figli o non è donna...