Martedì, 14 Maggio 2024

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Questa volta Avetrana dà lezione a tutti

Questa volta Avetrana dà lezione a tutti Questa volta Avetrana dà lezione a tutti | © n.c.

Di Avetrana, quel paese lì, noto per quel delitto lì, oggi si parla nuovamente per un altro grave crimine commesso questa volta da buona parte della popolazione: l’aver soccorso e accolto temporaneamente 70 persone provenienti dal Pakistan sbarcate nella vicina Torre Colimena la notte del 2 giugno.

Un crimine fatto di mobilitazione e solidarietà, di pasti caldi e vestiti, che ha tra i suoi protagonisti il vicesindaco Alessandro Scarciglia: non proprio un professorone comunista, ma un militante di destra, da AN a Fratelli d’Italia, che ha poi deciso di non avere più alcuna tessera di partito.

Uno che nella vita lavorativa indossa una divisa, quella della Guardia di Finanza, e che appena avuta la notizia dello sbarco ha chiamato un collega di lavoro, e consigliere di opposizione (del PD), e assieme hanno acquistato panini, acqua, latte. Poi è arrivato un ristoratore che ha messo sul fuoco chili di pasta asciutta. E via così.

La disponibilità che lui e tanti suoi cittadini hanno dato ad accogliere temporaneamente questa gente colpevole di non si capisce bene cosa, ha scatenato gli istinti di altri concittadini per i quali adesso il principale problema di Avetrana è ora questo qui. L’immigrazione.

Ad Avetrana, secondo i dati Istat elaborati da Tuttitalia, i residenti stranieri sono 109. Sono 109 su una popolazione di 6.670 persone. Gli stranieri, ad Avetrana, sono l’1,7%. Non il 30%, il 20% o l’8,5% della media nazionale. Appena l’1,7%.

Tutti africani ciondolanti con i muscoli, l’iPhone e il Wi-Fi in albergo? No. Quasi tutti europei, per lo più tedeschi e romene, 9 cinesi, 4 eritrei, 1 senegalese.

Sembra insomma che Avetrana abbia tutti i problemi che hanno tanti piccoli Comuni del Sud Italia, ma non proprio quello dell’invasione straniera.

Però numerosi suoi concittadini, amici, elettori hanno deciso di massacrare il vicesindaco Alessandro Scarciglia per il reato di accoglienza e solidarietà.

Le parole che gli stanno vomitando addosso sono le solite del repertorio: “Vergogna”, “Traditore”, “Non ti voterò mai più”.

Però Scarciglia non vuole cedere di un passo. In queste ore sta perdendo amici, simpatizzanti, elettori. Lui risponde che la sua coscienza non è in vendita.

Oggi se provi a cercare su Google “Avetrana” salta ancora fuori come primo risultato “Delitto di Avetrana”. Poi, solo dopo, c’è “Avetrana”.

Scarciglia e tanti suoi concittadini stanno provando a liberare la loro città da quell’orribile macchia, che appunto con la comunità di Avetrana non ha nulla a che vedere. Ma altri suoi concittadini, forse gli stessi che si scagliavano contro l’immagine negativa che si dava di Avetrana in quegli anni, oggi lo crocifiggono per aver osato accogliere persone senza colpe.

Se non quella di essere arrivati nel Paese sbagliato, nel momento politico sbagliato, dominato da un clima feroce, in cui in una pacifica e accogliente cittadina del Sud che mai ha avuto problemi con l’immigrazione, si sollevano eroi difensori dei confini della Patria, nel nome di un Padano che la patria la voleva dividere in due, e che da loro voleva separarsi tanto era il disprezzo e il disgusto che gli provocavano.

Emilio Mola

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