Quelle torture di una volta, forse qualcuna servirebbe ancora | © n.c.Girovagando per le stradine di San Marino, poiché pioveva a dirotto, mi sono infilata in un museo delle torture, uno dei tanti presenti sul territorio nazionale. Avevo già visitato quello di Volterra e devo dire che non sono riuscita a restare indifferente. Qui gli strumenti di tortura sono illustrati attraverso delle scenette più o meno realistiche. La prima riproduceva un’adultera che doveva essere marchiata a fuoco per il peccato commesso. Trattamento riservato solo alle donne. Poi c’era la rinomata e famosissima ghigliottina utilizzata prevalentemente in Francia per punire il popolo indisciplinato, poi per fortuna ad un certo punto fu utilizzato contro i sovrani. Lo “stiramento” mi ha colpito alquanto. Consisteva nel legare il condannato dalle mani e dai piedi, con lo strumento di tortura posizionato nella schiena in modo tale che tirando le corde gli si spezzava la colonna vertebrale. Poi la classica morsa, la gogna (che finalmente ho capito di cosa si tratta), la tagliola, la forca. Il topo cinese invece è una roba proprio oscena, si tratta di un secchio di ferro sul quale veniva fatto sedere il condannato nudo e dei topi infilati da sotto mordevano la carne dello stesso. La lista è infinita, ricordo ancora il pendolo, utilizzata dalla santa inquisizione spagnola che procura una lenta e crudele agonia. La vittima veniva legata su un tavolo e poteva muovere solo gli occhi. Il pendolo oscillando veniva allungato verso il condannato e piano piano gli tagliava il corpo fino ad ucciderlo. La culla di Giuda invece consiste in una cintura all’altezza dell’addome della vittima, le si legano piedi e mani e si pone una stecca all’altezza della caviglia per muovere le gambe contemporaneamente, poi si pone la vittima su una sorta di piramide appuntita in modo che essa penetri l’orifizio anale o la vagina. L’elenco è veramente infinito. I motivi di tanta crudeltà? Sarebbero da ricercare per la maggior parte nella santissima chiesa cristiana. E’ sconvolgente immedesimarsi in tutte quelle persone costrette a subire ingiustamente tutte queste crudeltà. Capitava che un povero che non riusciva nemmeno a mangiare tutti i giorni gli scappasse qualche bestemmia e già questo bastava per scatenare le ire della chiesa. La storia medievale è ricchissima di episodi e personaggi torturati. E se oggi venissero nuovamente applicate su determinati tipi di reati? Non so penso ai preti pedofili per esempio…
Simona Dimitri [email protected]
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1 commento
Mimmo Olivieri
mer 17 ottobre 2012 09:17 rispondi a Mimmo OlivieriSenza quelle torture la "Santa Chiesa Cristiana" sarebbe scomparsa da tempo, ma il terrore di assaggiare le torture o finire su un allegro fal erano molto convincenti e anche chi aveva qualche dubbio se lo faceva passare