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Quei fiumi di Primitivo buoni per frodare e per arricchire
Quei fiumi di Primitivo buoni per frodare e per arricchire | © n.c.MANDURIA - Dalle cantine di Manduria partivano le cisterne piene di Primitivo Doc e Igt con destinazione Ortona, in provincia di Chieti. Lì il prodotto, di qualità medio bassa, veniva imbottigliato, etichettato con nomi evocativi di famosi marchi delle terre del Primitivo e venduto in tutto il mondo a prezzi che variavano dai 10 ai 20 euro la bottiglia con ricavi di circa venti volte il valore d’acquisto dello sfuso. Poco e niente restava invece nelle casse delle cantine manduriane (prima fra tutte la Pliniana), tutte estranee alla presunta frode. Il raggiro è stato scoperto dalla Guardia di Finanza della città Messapica che ha messo fine alla remunerativa operazione commerciale che sarebbe stata lecita se non fosse che per ingannare il consumatore, il vino veniva fatto passare come «imbottigliato a Manduria» in opifici fantasma. A rendersi responsabile di questa intricata triangolazione, secondo la guardia di Finanza di Manduria che ha condotto le indagini, sarebbe stato il «Gruppo Farnese Vini» di Ortona, vero colosso del settore che distribuisce in tutto il mondo vini di qualità di origine autoctona di diverse regioni italiane. Le fiamme gialle al comando del tenente Daniele Meschini, hanno individuato una società-ombra con sede a Manduria, falsa imbottigliatrice del vino confezionato altrove. Gli imprenditori abruzzesi denunciati utilizzavano denominazioni fortemente evocativi di marchi legittimamente registrati (“Terre del Sud”, “Follia”, “Oversessanta”, “Oversettanta”, ed altri), tutte intestate ad una società dal nome altrettanto ingannevole come «Vigneti del Sud». I finanzieri hanno sequestrato centomila bottiglie già pronte per la vendita, etichette e materiale di confezionamento per un valore di mercato di oltre un milione di euro. I provvedimenti sono stati eseguiti sull’intero territorio nazionale. I responsabili dell’impresa abruzzese sono stati denunciati, a vario titolo, per i reati di contraffazione, frode in commercio e vendita di prodotti con segni mendaci. Per il presidente di Coldiretti Puglia
, Gianni Cantele, «non è un caso che le frodi in campo vitivinicolo colpiscano soprattutto il primitivo dato che è uno dei prodotti più riconoscibili del nostro territorio e anche nella vendemmia 2013 gli è stato attribuito un prezzo superiore a quello dell'anno scorso, con un trend di crescita costante». Un plauso alle fiamme gialle di Manduria è stato fatto anche dal senatore pugliese di Sel, Dario Stefàno, già assessore all’agricoltura della Puglia. «È uno schiaffo che fa male – ha detto - ma occorre tenere duro e proseguire con determinazione il percorso intrapreso, che ha saputo portare la Puglia enologica autentica in giro per il mondo». Nazareno Dinoi
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2 commenti
greghi
ven 20 dicembre 2013 04:12 rispondi a greghida buon manduriano spero solo che la pliniana si sia fatto pagare questo vino sfuso perche' se questo non avvenuto la ditta abbruzzese in questione non paghera' la fornitura o meglio tutte forniture non saldate perche' gli avranno bloccati i conti correnti,eh... addio liquidazione,addio le fatiche dei soci che sono tanti. spero di sbagliarmi anzi me lo auguro.
maumau
ven 20 dicembre 2013 09:31 rispondi a maumau1)DA CHI E' PARTITA LA DENUNCIA 2)A CHE SERVE IL CONSORZIO DI TUTELA DEL PRIMITIVO; 3) IL CONSORZIO SI E' COSTITUITO PARTE CIVILE CONTRO QUESTO INGANNO A TUTELA DEL MARCHIO;3) ALL'INTERNO DEL CONSORZIO ESISTE UN'UNITA' OPERATIVA CHE SI OCCUPA SOLTANTO DELLA TUTELA DEL MARCHIO E DI POLITICHE DI MARKETING; 4)E' PREVISTO UN DISCIPLINARE CHE VIETA AI SINGOLI CONSORZIATI DI VENDERE IL PRODOTTO SFUSO AD AZIENDE CHE NON SONO DELLA ZONA E CHE NON SONO A LORO VOLTA PRODUTTRICI? INFINE UN'AFFERMAZIONE: CREDO CHE I CONSORZIATI DEL VINO SI DOVREBBERO AGGREGARE AL CONSORZIO PROSCIUTTO SAN DANIELE VISTO CHE DAVANTI AGLI OCCHI SI METTONO LE FETTE DI PROSCIUTTO PER NON VEDERE LO SCEMPIO CONTINUO CHE VIENE FATTO DI QUEL "MARCHIO".