Le foto

TARANTO — Più di sei ore d'interrogatorio hanno sfiancato Ivano Russo. Tanto che ad un certo punto si è temuto che non ce la facesse, al punto che gli era stata proposta un'interruzione che ha rifiutato. Un Ivano Russo entrato spavaldamente in aula inseguito dalle telecamere, uscito poi distrutto, stanco e nervoso. Una sventagliata di domande insidiose, soprattutto quelle dei pubblici ministeri e dell'avvocato della famiglia Scazzi a cui ha risposto con ricordi confusi, pieni di troppi «non ricordo» e con qualche imbarazzante contraddizione prontamente ripresa ora dalla pubblica accusa, ora dalle difese. L'ultima parte dell'udienza di ieri sul delitto di Avetrana è servita per sentire Giacomo Scazzi, papà di Sarah, che ha ripercorso le ultime ore vissute dalla figlia con la quale il giorno della sua scomparsa si recò a fare la spesa. Per il protrarsi del tempo, infine, poco prima delle 20 l'attesissima audizione di Concetta Serrano Spagnolo, mamma di Sarah, è stata rinviata a martedì prossimo.
Tutti gli occhi sono stati puntati sul bell'Ivano, presunto oggetto della contesa sentimentale tra Sarah e Sabrina e, secondo l'accusa, movente dell'omicidio. Alle ore 10,25, con le domande del pubblico ministero Mariano Buccoliero, è iniziata la maratona per Ivano Russo. «Con Sarah - ha subito precisato il giovane - ho sempre avuto un buon rapporto, nutrivo affetto nei suoi confronti come un parente adulto. La mia impressione è che sentisse la lontananza di padre e fratello, che erano lontano per lavoro, e per questo mi vedeva forse come figura paterna. Spesso voleva essere abbracciata, e io ricambiavo con affetto. Una delle ultime volte - ha ricordato Ivano - mi abbracciò e mi disse «Ti voglio bene e» io le dissi «Anch'io ti voglio bene». «Ho conosciuto Sabrina e Sarah - ha proseguito Ivano - nel dicembre 2009. Con Sabrina si instaurò mano a mano un rapporto confidenziale ma ad un certo punto vidi da parte sua atteggiamenti ambigui, complimenti che andavano oltre. Per questo pochi giorni prima che Sarah morisse ho deciso di troncare il rapporto perché non mi convinceva, e mi sono allontanato anche per non farla soffrire».
Tra Ivano Russo e Sabrina Misseri ci fu un rapporto sessuale incompleto. A ricordare l'episodio è stato il pm Mariano Buccoliero esaminando il teste e leggendo il contenuto di un sms di Sabrina a Ivano del 22 giugno 2010. «Siamo passati dallo sfotterci a parole - ha detto Ivano - all'atto pratico. Una sera ci siamo appartati, lei si è spogliata, c'è stato contatto fisico ma non rapporto sessuale». Il pm ha chiesto se ci fosse stata penetrazione e Ivano ha risposto: «Sì ma non rapporto completo. Io mi bloccai perché volevo che restasse solo amicizia, e lei si rivestì». Di questo episodio venne a conoscenza anche Claudio Scazzi, e questa circostanza «mi ha dato fastidio - ha detto Ivano - perché questa cosa doveva rimanere tra me e Sabrina».
Ivano ha riconosciuto la foto di Sarah in pigiama in casa di Sabrina (estratto dal perito del pm dal suo cellulare) ma ha dichiarato che si trattava di un autoscatto fatto dalla ragazza con il suo cellulare di fronte allo specchio e che lui quella sera (maggio 2010) si trovava in casa con le due cugine. Più imbarazzanti sono state le tredici foto depositate ieri dalla pubblica accusa perché estratte di recente dall'apparecchio del testimone ancora sotto sequestro. Gli scatti sottoposti alla Corte e alle difese, mostrano Ivano a dorso nudo disteso sul lettino di estetista nello studio della ragazza mentre si sottoponeva a trattamenti di elettrostimolazione sul collo e la schiena. Ivano ha accusato il colpo confermando la circostanza e ammettendo che quattro o cinque di quelle foto le aveva fatte proprio Sarah.
Peraltro, Sabrina Misseri non consegnò agli investigatori un diario di Sarah perché temeva che Ivano Russo potesse essere indagato. «Il giorno del delitto o il giorno dopo - ha detto il giovane - Sabrina mi mandò un sms dicendo che aveva trovato un diario di Sarah in cui diceva che aveva un debole per me. Mi disse che non lo consegnava di comune accordo con la madre di Sarah perché temeva che mi indagassero. Io non risposi e poi ho cancellato questo messaggio perché mi spaventai. Forse sarebbe stato meglio consegnarlo, forse ho sbagliato e avrei dovuto dirlo».
E poi: «Quando il 26 agosto Sabrina mi ha mandato un messaggio dicendomi che Sarah era scomparsa, ho pensato che era una scusa per riavvicinarsi a me e ho lasciato stare. Poi nel pomeriggio - ha raccontato Ivano - dopo le 17 ho incontrato ad una stazione di servizio Mariangela Spagnoletti e Alessio Pisello che mi confermarono che Sarah era scomparsa. Quella sera mi vidi alla birreria 102 di Avetrana con Sabrina. Lei mi disse che nel pomeriggio doveva andare al mare con Sarah e Mariangela, che Sarah la mattina era contenta e che era sicura che l'avessero presa». Ivano ha poi raccontato di come Sabrina utilizzasse il telefono dei suoi genitori per paura di essere intercettata sapendo che il suo numero era già sotto controllo.
All'avvocato della famiglia Scazzi, Nicodemo Gentile, infine, Ivano Russo ha parlato di una circostanza relativa alle preoccupazioni di Sabrina nei confronti del padre. «La sera precedente al giorno in cui Michele Misseri doveva essere interrogato - ha detto Ivano - Sabrina mi confidò di essere preoccupata perché suo padre è uno debole e pur di finirla subito avrebbe potuto addossarsi tutte le colpe. Questo fatto - ha detto Ivano - con il senno del poi mi sembrò molto strano».
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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2 commenti
Giovanni
mer 1 febbraio 2012 11:55 rispondi a GiovanniPenso che l'accusa stia percorrendo una strada parallela a quella dell'omicidio della povera Sarah. Questa strada non s'intersecher mai con il delitto, il quale purtroppo fu dovuto a tutt'altre cause e al personaggio da tutti vituperato, ma solo perch ha DENUDATO, MANIPOLATO e GETTATO a MARCIRE in UN POZZO il corpo della povera nipotina. Per non l'ha uccisa! Ma perch? Perch no! Giovanni
Antonella
mer 1 febbraio 2012 10:47 rispondi a AntonellaConcordo con la Redazione nei troppi "non ricordo" e, aggiungo io, i troppi "non sapevo".Sembrava Alice nel Paese delle Meraviglie.Ma credo, che la Procura abbia altro materiale dei "non ricordo" e dei "non sapevo".