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A Manduria ha aperto i battenti il primo parrucchiere cinese. Dopo l’abbigliamento, l’oggettistica e l’elettronica su cui gli occhi a mandorla detengono ormai il monopolio, il loro interesse cade ora sul settore dell’estetica e la bellezza. E’ visibile in questi giorni nella Piazzetta di Sant’Angelo a Manduria l’insegna di un salone di acconciature gestito da cinesi. E non è il solo. A quanto pare i negozi gestiti dagli esercenti orientali sembrano fiorire in continuazione. Il primo motivo è che il “Made in Italy” è diventato costoso mentre l’imprenditore cinese riesce ad accumulare un elevato numero di vendite in poco tempo in virtù dei prezzi più bassi rispetto ai prodotti italiani.
Ma ci si chiede se un parrucchiere cinese potrà avere lo stesso successo dei propri colleghi imprenditori, soprattutto se si pensa ad alcuni requisiti fondamentali. Innanzitutto la prima curiosità verte sulla tipologia dei prodotti che verranno usati per lavare e trattare i capelli: saranno prodotti made in Italy o in China? Qui sorgeranno i primi dubbi, considerando già il caro prezzo dei prodotti tricologici. Per non parlare del tipo di piega richiesta.
Per i cinesi esistono solo due opzioni: o lisci senza speranza o i boccoli con la piastra che fanno subito «album di nozze». Altro particolare: di solito, mentre si è dal barbiere o dal parrucchiere, è piacevole chiacchierare su ciò che accade in paese, scambiarsi opinioni e pettegolezzi. Le difficoltà della lingua sicuramente renderà impossibile questo diversivo.
Ma al di là di queste considerazioni, che sono solo sottili sfumature, la lotta tra il parrucchiere italiano e quello cinese sarà sul prezzo e sull’orario di apertura: i cinesi hanno abituato il cittadino a prezzi stracciati. Ciò non toglie che molti parrucchieri locali, per distinguersi dalla concorrenza locale, hanno già applicato delle offerte a prezzi stracciati e che i trattamenti tricologici sono piuttosto abbordabili dappertutto. Quindi da questo punto di vista, la differenza non sarà facilmente emergente e – si spera – non creerà disparità di trattamento. Il bello e l’assurdo dei cinesi sta invece nello stacanovismo: sono perennemente aperti, non osservando alcun giorno di chiusura, abituati come sono a sfruttare ogni minuto di lavoro. Ora ci si chiede se anche il nuovo salone sarà aperto la domenica o nei giorni festivi e se ci sarà qualche cittadino che andrà a fare la piega di notte!
Sara Piccione
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1 commento
censore
dom 22 febbraio 2015 11:57 rispondi a censoreevidentemente avranno le carte in regola per aprire quel tipo di attivit; e poi, cari lettori e cittadini manduriani in genere: "non avete ancora compreso che la nostra terra di nessuno"? La " Polizia Locale" ha provveduto a controllare il corretto percorso amministrativo che ha permesso l'apertura di questo parrucchiere e delle tante attivit qui gestite da cinesi? L'associazione commercianti e quella degli artigiani, cos tanto impegnate nella viabilit manduriana, che fanno per tutelare i loro iscritti ? Pensateci un attimo s e Vi darete da soli la risposta !!!