Continuano le ricerche del pirata della strada che lunedì scorso ha investito una donna a San Pietro in Bevagna senza fermarsi per soccorrerla. La polizia ha già acquisito le immagini di una telecamera di sorveglianza presente in zona che conterrebbero particolari utili al riconoscimento del pirata della strada di cui si conosce solo il colore grigio dell’auto. La trentacinquenne ha riportato la frattura del braccio sinistro.
L’episodio che poteva avere risvolti ancora più gravi, ricorda molto quello di giugno avvenuto proprio ad una trentina di metri di distanza. In quel caso la cinquantunenne manduriana, Annarita Massafra, fu investita da un’auto che sopraggiungeva alle spalle mentre con una sua parente camminava in via Egadi, una strada completamente al buio e priva di marciapiedi. Soccorsa dal 118 e trasportata con codice rosso all’ospedale Santissima, la donna morì dopo qualche giorno senza aver mai preso conoscenza. Il pirata della strada fu individuato e denunciato grazie ad alcuni testimoni che riuscirono a prendere il numero di targa. Una ferita ancora aperta per i familiari della donna che non hanno perdonato il responsabile del loro lutto. L’episodio di lunedì riaccende la rabbia del marito Gregorio Lenti. «Sono pirati senza cuore – dice - persone cattive e rovina famiglie che avranno sulla coscienza un peso enorme per tutta la vita».
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2 commenti
giorgio sardelli
ven 13 settembre 2019 01:54 rispondi a giorgio sardellisolo con la video sorveglianza si risolvono questi problemi e Manduria piange da questo punto di vista
C.F.
gio 12 settembre 2019 06:38 rispondi a C.F.In realtà, cattivi e rovina-famiglie questi individui lo diventano dopo l'attimo in cui si verifica il sinistro. Fino a quel momento sono solo bimbiminkia che hanno scambiato l'auto per un giocattolo e le strade per piste. Una mancata educazione stradale prima ed una ridicola preparazione d'autoscuola poi, sommati ad uno scarso o inesistente senso di responsabilità delle proprie azioni, generano il mostro. Nervosi idioti che scaricano tutte lfrustrazioni sulla guida, come se il senso di padronanza del mezzo (ovvio che una macchina serva l'uomo) li rendesse onnipotenti. Per rendersene conto basta guardare come rispettano la distanza di sicurezza e come arrivano agli incroci o alle immissioni.