
Dopo i tecnici del comune di Manduria che hanno bocciato il sito individuato per le trincee drenanti del nuovo depuratore, un altro scoglio sbarra il progetto dell’Acquedotto pugliese. A lanciare l’allarme è l’ingegnere manduriano Antonio Curri che parla di rischio idrico incompatibile con il punto individuato per le pompe interrate che dal vecchio depuratore di Manduria dovranno spingere i reflui dell’abitato manduriano e di Sava sino al depuratore in costruzione sul litorale di Urmo-Specchiarica. L’ingegnere ricorda un episodio di allagamento che proprio su quell’area ha prodotto danni a carico di Aqp per circa 130mila euro riconosciuti ai proprietari dei territori agricoli inondati dallo straripamento del canale romano. Su La Voce di Manduria tutte e preoccupazioni del tecnico.
Un altro scoglio da superare per il nuovo depuratore consortile di Manduria e Sava che l’Aqp sta costruendo sul litorale manduriano in contrada Urmo-Specchiarica. Ed anche un grattacapo in più per l’amministrazione del sindaco Gregorio Pecoraro che prossimamente dovrà fare approvare dal Consiglio comunale le varianti al piano urbanistico pena l’invalidazione dell’intero progetto. Ad alzare la paletta rossa questa volta è l’ingegnere manduriano Antonio Curri, già sindaco della città Messapica e presidente dell’Ordine professionale della provincia di Taranto, che parla di un concreto rischio di allagamento di una parte sensibile dell’opera, quella delle potenti pompe interrate che dal vecchio depuratore situato alla periferia di Manduria, dovranno spingere i reflui dei due comuni sino al nuovo impianto di zona Urmo, per un percorso di una decina di chilometri.
«Mi meraviglia che l’Autorità di Bacino della Regione Puglia abbia ritenuto possibile che l’imbocco delle acque reflue ricada in zona ad alta pericolosità idraulica e non solo», afferma l’ingegnere che richiama un episodio già accaduto proprio in quello stesso punto. «La zona della vora (l’inghiottitoio dove scarica l’attuale fogna e dove è previsto l’impianto di spinta, Ndr) - fa sapere Curri -, negli anni passati è stata oggetto di allagamento per la fuoriuscita e straripamento delle acque luride e bianche del Canale Romano che hanno causato danni alle colture dei fondi rustici limitrofi». Un rischio reale di cui si è anche occupata la magistratura civile, per il riconoscimento del danno subito dai proprietari dei campi inondati, ed anche il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Napoli che ha riconosciutole responsabilità dell’Aqp condannandolo a pagare circa 103mila euro. Da qui le preoccupazioni del tecnico che si chiede: «se si dovesse verificare un nuovo “allagamento” nella zona, cosa accadrebbe alle pompe interrate previste dal progetto del depuratore, se si pensa che tali apparecchiature saranno alimentate dalla corrente elettrica?».
L’ingegnere si chiede come sia stato possibile per l’Autorità di Bacino della Regione Puglia autorizzare la realizzazione del depuratore consortile sapendo che l’imbocco delle acque reflue ricade in zona ad alto rischio idraulico che ha dato già prova della sua pericolosità. L’appunto dell’ex presidente degli ingegneri ionici apre così una nuova falla ai piani dell’ente idrico costretto a modificarli tre volte proprio per imperfezioni nei progetti puntualmente bocciati dai vari uffici delle valutazioni ambientali. Questo in parte grazie anche alle proteste della popolazione che miravano alla pericolosità dal punto di vista ambientale dello scarico a mare e più recentemente alle trincee drenanti previste in una zona urbanisticamente non adatta. Problema a cui ora si somma quello evidenziato dall’ingegnere Curri. «Sarebbe bene - consiglia l'esperto - che l’Aqp riflettesse sulle conseguenze che potrebbe avere la realizzazione del depuratore non solo a valle (depuratore e trincee disperdenti, Ndr), ma anche a monte (imbocco dei reflui) in una zona interessata da documentati allagamenti».
Nazareno Dinoi
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
9 commenti
Domenico
lun 21 marzo 2022 09:35 rispondi a DomenicoDante metterebbe insieme nell'Inferno chi specula sull' argomento, chi si oppone egoisticamente e chi gestisce il "dossier" depuratore con incompetenza. Per contrappasso, porrebbe tutti: A galleggiar nella stessa vasca color che pensano alla lor tasca o turano per disgusto il lor naso oppur muovon l'orrido liquame per losco profitto, non per caso, ma a contendersi ciò che galleggia e saziar la bulimica fame.
Lorenzo
lun 21 marzo 2022 02:22 rispondi a LorenzoDante non era Dio, semmai colui che cercò di Imitarlo.. Male. Del resto chi ha messo nell' inferno il Grande Stupor Mundi ( Federico II di Svevia), la dice lunga di quanto era schierato con la Chiesa di allora, quella delle Crociate in nome di Dio. Il depuratore serve eccome. io personalmente ne metterei uno in ogni comune ( Sava?), ma di sicuro adotterei tecnologia moderna ( con i fanghi si produce bio gas, energia), e di sicuro non lo farei in aree ambientalmente molto sensibili. Nel mio caso assicuro non è speculazione, semmai prevenzione ai danni. Poi se il sig. Domenico certificasse lui, no molestie olfattive, no danni all' Ambiente e certezza delle manutenzioni ad hoc in futuro, prendo atto dell' assunzione di responsabilità e mi ritiro a sonni tranquilli. Opinioni
Osservatore indipendente
dom 20 marzo 2022 08:16 rispondi a Osservatore indipendenteCon determinazione n° 81 del 17 marzo 2022 il progetto è stato approvato ai fini VIA. Secondo me Curri e l'opposizione stanno strumentalizzando questa importante opera igienico sanitaria per fare cadere l'amministrazione comunale democraticamente eletta. Curri dimentica che il sito delle trincee è stato proposto dalla amministrazione nella quale il figlio ricopriva il ruolo di assessore all'ambiente. Questo nanismo culturale politico ed ambientale va eradicato in una comunità che vuole crescere.
Gregorio 1
dom 20 marzo 2022 12:04 rispondi a Gregorio 1Lo sappiamo tutti, che questa opera igienico-sanitaria è importante, ma è chiaro, con lo scarico acque filtrate dirette alle campagne !!
Cricoriu
sab 19 marzo 2022 04:57 rispondi a CricoriuParole al vento... Non mi risulta che, lui insieme ad altri, abbiano dato lustro alla nostra Manduria durante il loro periodo ... Un sillogismo un po' come quello di Arcore.... Dove a parlare sono sempre gli stessi inconcludenti
Lorenzo
sab 19 marzo 2022 07:53 rispondi a LorenzoPurtroppo personaggi Seri e di alta professionalità come Donato Menichelli nato a Biccari (Fg), che hanno fatto grande la Puglia, ma soprattutto l' Italia non ne nascono più. Uomini che si riducevano lo stipendio e si dimezzarono la liquidazione a fine carriera. Oggi si studia come fare soldi a prescindere, lavorando molto poco e si fanno opere strategiche non per dare benefici a tutti, ma per fare... Questo depuratore è nato maledetto, perché chi l' ha progettato e chi lo ha sponsorizzato politicamente, non hanno idea e professionalità perché in loro prevale il fare comunque, costi quel che costi. Chissà Menichelli dall' alto dei cieli come se la ride. 😜 Opinioni
Gregorio 1
sab 19 marzo 2022 02:41 rispondi a Gregorio 1Bravo! Opinione giusta !
NICOLA SANTE IACOBELLIS
sab 19 marzo 2022 11:15 rispondi a NICOLA SANTE IACOBELLISMettere "pezze" ad un progetto nato e realizzato, in parte, male è opera difficile per chiunque è chiamato a porrerimedio. I tecnici progettisti avranno fatto errori come sottolineato dall'ingegnere A. Curri ma non solo ma il tutto deriva dalla "strana" ubicazione del depuratore la cui scelta politica, non tenendo di conto delle proteste popolari remote e recenti, e stata dell'amministrazione comunale.
Lorenzo
sab 19 marzo 2022 04:51 rispondi a LorenzoPurtroppo è un dato di fatto, condivido il suo pensiero. Il rischio è che il tutto diventi come quell' opera ancora evidente nell' area del Chidro o come lo scheletro delle futuristiche scuole, mai finite, uscendo da Manduria, sulla destra sulla strada per San Pietro. Sono i segni dell' ignoranza umana al potere.