Martedì, 16 Settembre 2025

Salento Puglia e mondo

La lettera di denuncia del neonatologo Ciraci

Neonatologia di Taranto con tre medici ad un passo dalla chiusura

Nel riquadro il neonatologo Giovanni Ciraci Nel riquadro il neonatologo Giovanni Ciraci

«Carissimi “politici“, vi racconto la mia storia di medico neonatologo pugliese». Inizia così la lettera del medico neonatologo del Santissima Annunziata di Taranto, Giovanni Ciraci, che annuncia la prossima chiusura del reparto per mancanza di medici. «Cinque medici decidono di dire basta e licenziarsi con il dolore del cuore», si legge nella drammatica lettera che è una forte denuncia per i mancati impegni della politica. «Tante promesse, tante finte promesse», si legge ancora nel post affidato a Facebook che spiega la grave situazione dell’organico del secondo centro di rianimazione neonatale della Puglia dopo quello del policlinico di Bari. Sette medici in servizio su un organino minimo di 14. Quattro dei quali hanno già decidono di andarsene, due perché sono in attesa di incarico come medico pediatra di base, uno perché ha vinto il concorso a Lecce e un altro perché non ce la fa più. Il quinto potrebbe essere Ciraci che prima di andarsene affida ai social l’allarme  che apre uno squarcio profondo in quella buona sanità che esiste solo negli annunci e nei proclami della politica.

«Siamo troppo pochi, oltre che stanchi e demotivati. Non abbiamo più neanche i numeri per rendere utile il nostro sacrificio», scrive ancora Ciraci. Che continua. «Ognuno andrà per la propria strada lasciando “la patata bollente” alla politica e agli amministratori». E ancora. «Abbiamo fatto di tutto per mantenere in piedi un reparto così impegnativo, così delicato e indispensabile, abbiamo rinunciato alla nostra vita privata e siamo stati spettatori di una politica che è stata lì a guardare, così come è stata “lì a guardare” per la chiusura dell’Utin di Brindisi). Ora basta. Siamo troppo pochi, oltre che stanchi e demotivati. Non abbiamo più neanche i numeri per rendere utile il nostro sacrificio. Ognuno andrà per la propria strada lasciando “la patata bollente” alla politica e agli amministratori».

Di seguito la lettera integrale del noenatologo Ciraci.

 

Lettera aperta di un medico e cittadino deluso

Carissimi “politici“, vi racconto la mia storia di medico neonatologo pugliese.

Nel 2008 con il cuore ferito e con tanta rabbia ho dovuto lasciare la Puglia, che non offriva nulla ai suoi giovani medici. Sono passati 16 lunghi anni e, con grande Gioia, questo non più giovane medico ha deciso di tornare nella sua amata terra… di ricominciare e credere di poter fare tanto per un territorio già così abbandonato dalla politica…Rifaccio le valigie e approdo a Taranto, nel reparto di neonatologia e UTIN del Santissima Annunziata, un reparto che cercava di tornare in vita dopo un periodo di totale distruzione.

Ora, a distanza di due anni e sei mesi la situazione è peggiorata per grave carenza di medici. Nonostante lo sforzo dei sanitari, nonostante la rinuncia a ferie, riposi e congedi, dei pochi medici rimasti, non si riesce più ad andare avanti, a garantire il servizio e la qualità necessarie.

Tante promesse… tante finte promesse.

Un reparto enorme, il secondo punto nascita della Puglia per numero di nati ed una terapia intensiva neonatale con una grande storia…

Tutto distrutto…

Cinque medici che decidono di dire basta e licenziarsi con il dolore nel cuore…

Abbiamo fatto di tutto per mantenere in piedi un reparto così impegnativo, così delicato e indispensabile, abbiamo rinunciato alla nostra vita privata e siamo stati spettatori di una politica che è stata lì a guardare (così come è stata “lì a guardare” per la chiusura dell’UTIN DI Brindisi).

Ora basta..

Siamo troppo pochi, oltre che stanchi e demotivati. Non abbiamo più neanche i numeri per rendere utile il nostro sacrificio…

Ognuno andrà per la propria strada lasciando “la patata bollente” alla politica e agli amministratori…

Ora toccherà a voi non dormire la notte, piangere e star male per non poter dare ai cittadini tarantini la possibilità di un punto nascita a Taranto, per aver condannato a morte molti neonati che avrebbero potuto vivere e crescere bene.

Quanta amarezza…

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