
Sempre più insistenti i rumors, tutt'altro che rassicuranti, inerenti il fronte stadio Dimitri. Com'è noto, l'amministrazione comunale ha da tempo sposato l'idea di dotare il "Nino Dimitri" di un terreno sintetico di ultima generazione in luogo di quello in erba naturale, che sicuramente ha un altro fascino ma che comporta elevati costi manutentivi non più sostenibili.
L'iter burocratico seguito alla manifestazione d'intenti è risultato, tutto sommato, piuttosto rapido rispetto agli standard usuali. In poche settimane è stato pubblicato il bando, indetta la gara ed aggiudicato l'appalto all'unica azienda partecipante. Peraltro impresa leader nel settore. Si vociferava di un imminente avvio dei lavori per poter avere a disposizione l'impianto in concomitanza con l'avvio della stagione agonistica, presupposto imprescindibile per dar corso, e forma, ad un progetto ambizioso qual è quello immaginato dal numero uno biancoverde. Ed invece, del tutto inattesa, ecco giungere una doccia gelata che rischia di frenare gli entusiasmi. Per il momento non se ne parla di metter mano al terreno della struttura di via per Sava.
Secondo indiscrezioni, più che fondate, i responsabili della ditta esecutrice dei lavori, convocati a Palazzo di Città per la ratifica e la consegna ufficiale dei lavori, avrebbero preso tempo, e non poco, in tal senso. Si badi bene un temporeggiare legittimo in termini di mere clausole contrattuali che, però, non tengono conto delle esigenze, altrettanto giustificate, di una società che per dar corpo alle ambizioni, proprie e di un'intera città, immagina ingenti investimenti. L'evenienza, concreta, se le parti non dovessero raggiungere un diverso accordo, è quella di dover disputare buona parte della stagione, più probabilmente tutta, lontano dalle mura amiche. E sarebbe un handicap non da poco. L'alternativa perseguibile l'ha prospettata la stessa società messapica che ha suggerito di procrastinare la posa in opera del manto artificiale al termine del prossimo campionato e, nelle more, di procedere, il prima possibile, al ripristino del terreno in erba naturale, mediante la risemina. Al momento appare questa la soluzione possibile per evitare una stagione di peregrinazioni.
Maurizio Pasculli
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1 commento
giorgio sardelli
sab 24 giugno 2023 04:23 rispondi a giorgio sardelliMa lo sapevamo già che andava a finire così era stroppo bello per essere vero qualcuno ha ancora la bava alla bocca per quanto se le cantata e vantata tanto alla fine la ditta è la colpevole quando si fa un contratto si dice in quanto tempo la consegna del lavoro? però la lungaggine della ditta è nella clausula del contratto in ternini di legge legittima allora perchè qualcuno si vantava di questo o in malafede o in disinformazione