Domenica, 15 Giugno 2025

Politica

Un segnale per le prossime regionali

Manduria, flop della coalizione dei Gregorio sul referendum: affluenza tra le più basse della provincia

Il comizio del sindaco per il Si Il comizio del sindaco per il Si

Se a livello nazionale l'esito del referendum ha segnato un evidente disimpegno da parte dell'elettorato riconducibile al centrosinistra, a Manduria la situazione appare persino più critica. Il cosiddetto “campo largo” che sostiene l’amministrazione comunale ha infatti trascinato la città ai margini della classifica provinciale per affluenza alle urne, posizionandola al quartultimo posto nella provincia di Taranto.

Non ha sortito alcun effetto – anzi, forse l'opposto – l’invito al voto lanciato dal sindaco Gregorio Pecoraro, che nei giorni scorsi aveva tenuto un comizio in piazza Garibaldi davanti a una platea scarsamente partecipata: una ventina di persone, tra cui non tutti i consiglieri di maggioranza e qualche parente. Sul palco, insieme al primo cittadino, erano presenti il presidente dell’Anpi, Gregorio Pizzi, il segretario cittadino del Partito Democratico, Telemaco Farina, il funzionario della Cgil, Luigi Lamusta, e altri esponenti della coalizione di centrosinistra.

Il risultato finale è eloquente: con un’affluenza pari al 23,58%, registrata alle ore 15 di lunedì, Manduria si colloca nelle ultime posizioni della provincia, ben al di sotto della media provinciale, che si è attestata al 34,32%.

Il confronto con gli altri centri del territorio è impietoso: Taranto ha raggiunto il 44,86%, Massafra ha toccato il record con un sorprendente 49,71%, mentre anche realtà più piccole come Monteparano (35,26%) e Statte (30,39%) hanno superato ampiamente la soglia manduriana.

Manduria si ritrova così in compagnia dei comuni meno partecipativi: appena sopra Palagianello (23,21%), Pulsano (24,41%), Avetrana (21,57%), e Torricella, fanalino di coda con solo il 17,18%.

Un dato preoccupante che solleva interrogativi sulla capacità di mobilitazione civica, sulla reale sensibilità dell’elettorato locale rispetto al quesito referendario, e, per Manduria, sullo scarso appeal del governo cittadino. Un segnale da non considerare nelle prossime consultazioni regionali.

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5 commenti

  • Gregorio
    mar 10 giugno 23:48 rispondi a Gregorio

    Questo risultato era prevedibile, basta vedere l’operato dell’amministrazione comunale attuale. Ero convinto che il quorum 💙 ( rigorosamente BLU , per essere in linea) non sarebbe stato raggiunto!

  • Luisa
    mar 10 giugno 11:50 rispondi a Luisa

    Chiedo ma era presente anche il traduttore in lingua italiana?

  • Gregory
    mar 10 giugno 11:43 rispondi a Gregory

    Che coraggio ,senza sangue nelle vene. Il mio pensare

  • Tonino
    mar 10 giugno 11:41 rispondi a Tonino

    E ancora c'è ne sarà di belle .La cramegna non muore mai,che coraggio andare in piazza solo. X le votazione dopo aver distrutto Manduria .opinione

  • Domenico DV
    mar 10 giugno 09:01 rispondi a Domenico DV

    Quindi, ha vinto la protervia, accogliendo il sindaco nel partito sedicente democratico manduriano? Come poteva apparire attraente l'invito a votare i SÌ ai quesiti referendari? A livello nazionale il risultato dei votanti è stato superiore al numero dei voti che ha portato al governo la destra, non può cantare vittoria la sinistra. Specialmente nelle segreterie locali è accaduto e, a quanto pare, accade tutt'ora quello che è successo a Manduria. A Schlein bisogna suggerire primarie aperte anche a livello locale, non abbandonate nelle mani di politicastri di professione, gelosi di benefici e privilegi esclusivi. Dopo potremmo dire che VOTARE ALLUNGA LA... DEMOCRAZIA.

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