
TARANTO — Esistono due reperti agli atti del processo sull'uccisione di Sarah Scazzi di cui non si era parlato. Si tratta di una collanina «presumibilmente d'argento» e un'altra di cuoio con un pendolo di acciaio che raffigura uno scoiattolo, entrambi trovati nel pozzo cisterna in contrada Mosca dove il corpo della ragazza è rimasto per 42 giorni prima di essere recuperato. I due oggetti classificati nelle foto segnate con il numero 72 e 73 del voluminoso faldone che raccoglie la documentazione fotografica dell'attività investigativa, emersero dal fondo del pozzo quando fu svuotato dell'acqua che lo riempiva. A trovarli e a consegnarli ai carabinieri due giorni dopo il ritrovamento del corpo di Sarah, furono gli operai dell'impresa incaricata dalla procura per prosciugare la cisterna. Le collane, una di metallo e l'altra di cuoio consumato con lo scoiattolo pendulo perfettamente integro, furono ripulite, repertate e consegnate agli investigatori. Almeno dalle carte non si deduce che tipo di approfondimento investigativo è stato fatto (né se è stato mai fatto), su quei monili che potrebbero essere stati gettati nel pozzo prima del 26 agosto 2010 quando Michele Misseri, secondo il suo racconto, vi nascose dentro il corpo della nipote uccisa. Quell'antico manufatto che raccoglieva per infiltrazione l'acqua da impiegare per l'irrigazione dei campi nella stagione più calda, era stato realizzato più di 60 anni prima e da almeno quattro anni era stato chiuso perché non più utile. La relativa attualità delle collane, soprattutto del ciondolo di scoiattolo legato al laccio di cuoio, farebbe pensare ad una perdita più o meno recente.
Ancora più suggestiva, ma priva di riscontri, la possibilità che una delle due collane possa essere stata perduta nel momento della soppressione del cadavere da parte di chi l'ha fatto oppure caduta dal corpo della ragazza stessa. L'unico ornamento, almeno di quelli conosciuti dai familiari, indossato quel giorno da Sarah, era un braccialetto di cotone nero che è stato trovato al polso. Le altre cose, come la cuffietta e gli indumenti che Sarah aveva indosso quando è arrivata a casa degli zii, sono stati bruciati dallo zio nelle campagne. Non si è mai saputo che fine abbiano fatto le ciabatte di gomma. Altro giallo è quello dei tempi necessari per compiere tutta l'operazione. Michele Misseri ha raccontato di avere fatto tutto da solo in 45 minuti. Troppo pochi per gli investigatori che per dimostrarlo (anche questo sarà oggetto di dimostrazione visiva in una delle future udienze), hanno ripercorso il tragitto simulando i movimenti che il contadino avrebbe fatto. A non coincidere, soprattutto, è il confronto con i tempi che ci son voluti per scoperchiare il pozzo, chiuso e ricoperto dalla vegetazione, sollevare una pesante pietra posta a tappo dell'imbocco e richiudere tutto, dopo aver calato il corpo, mascherando il punto con un finto ceppo di vite piantato nel terreno. Ancora più lungo il periodo impiegato per dare fuoco allo zaino con gli abiti di Sarah. Misseri ha sostenuto di avere atteso lì vicino tutto il tempo necessario alla totale distruzione degli oggetti sino allo spegnimento delle fiamme. A questo poi bisogna infine aggiungere il tempo per percorrere - andata e ritorno - i sette chilometri che separano via Deledda dalla contrada Mosca.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
Le foto
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7 commenti
Michele
ven 6 gennaio 2012 10:44 rispondi a MicheleMa perch se ne sarebbe disfatto gettandoli nel posso in vece di bruciarli o gettarle nei cassonetti dell' immondizia? In ogni caso strano che Michele si sia preoccupato di tutto meno che di collane e braccialetto.
Anonimo
ven 6 gennaio 2012 02:33 rispondi a AnonimoSemplicemente quella collanina pu essere stata gettata prima del corpo dopo essere stata recuperata successivamente alla morte della ragazza o scivolata sotto al corpo durante le operazioni di recupero. Il laccio rotto quindi significa che non la portava al collo dopo ma stata rotta durante l'azione dello strangolamento. Pu essere stata gettata dentro al pozzo da chi ha occultato il cadavere ma non dimostra che la stessa persona che ha compiuto l'omicidio. Semplicemente Michele si disfatto di quella come delle altre cose.
Michele
gio 5 gennaio 2012 10:01 rispondi a MicheleLa collana con il pendulo a forma di scoiattolo di Sarah..La si vede con quella collana in numerose foto. Il fatto che sia stata trovata sul fondo del pozzo durante lo svuotamento significa che era sotto il corpo di Sarah e dimostra che caduta mentre la calavano nel pozzo e l' unico per ci accadesse e che fosse a testa in gi come raccontato da Misseri nella versione in cui si autoaccusa di aver fatto tutto da solo. Foto di Sarah con con la collana http://www.corriereinformazione.it/images/stories/Sarah-Scazzi-gioco.jpg
snow
gio 5 gennaio 2012 04:30 rispondi a snowIo condannerei all'ergastolo tutti e tre: michele, sabrina e cosima! ...e butterei la chiave nel medesimo pozzo!
Betty Solinas
gio 5 gennaio 2012 04:12 rispondi a Betty SolinasSono d'accordo che una di quelle collanine potrebbe essere stata usata per il delitto ma ancora non riesco a credere che siano state Cosima e Sabrina.Bisogna ancora cercare.Se fossero state colpevoli avrebbero patteggiato piuttosto di rischiare l'ergastolo.Tutti i testimoni sono spuntati dopo tanto tempo
Anonimo
gio 5 gennaio 2012 01:01 rispondi a AnonimoE' lo stesso monile che portava Sarah al collo, lo scoiattolino.
francesco
gio 5 gennaio 2012 10:02 rispondi a francescochiassa se la collana ritrovata non potrebbe essere l'arma del delitto, magari Sarah l'aveva al collo e quando Cosima la teneva per braccia, Sabrina le ha tirato il monile che la povera Sara aveva legato al collo... forse per quel motivo il laccio si spezzato magari ha tirato tanto forte da soffocare la bambina. Bisognerebbe capire se il laccio della collana compatibile con i segni sul collo...