
Il club dei Lions di Manduria presenteranno una denuncia contro ignoti per l’utilizzo di una busta intestata con il proprio logo per confezionare la lettera minatoria del sindaco. Oltre alla denuncia d’ufficio, scattata dopo la comunicazione dell’avvenuto recapito della lettera indirizzata al sindaco di Manduria Roberto Massafra, gli investigatori del commissariato di polizia si dovranno occupare anche di un esposto - sempre contro ignoti, per ora - annunciato dal presidente dei Lions di Manduria. A coinvolgere nell’inquietante vicenda l’associazione umanitaria, è proprio la busta utilizzata dal mitomane per imbucare i due petardi con il messaggio di minacce in questione. Una chiara mossa di depistaggio, ovviamente, che non ha fatto piacere ai «leoni» i quali hanno prontamente reagito annunciando querela. A farsene carico è stato il segretario del Lions club di Manduria, Luigi Maggipinto (nella foto), firmatario di un comunicato stampa diffuso ieri. «Nel prendere la massima distanza da questi gravissimi fatti, disconoscendo il proprio benché minimo coinvolgimento nella questione – si legge nella breve nota -, si riserva di agire giudizialmente per la tutela della propria immagine e del proprio decoro sociale». Nel comunicato, inoltre, il presidente Maggipinto «esprime profonda amarezza per il vile gesto rivolto al primo cittadino, al quale desidera far pervenire un messaggio di assoluta solidarietà. Tali atti, vigliacchi e deplorevoli – conclude - devono essere perseguiti e puniti in maniera esemplare».
La busta con l’intestazione «Lions Club Manduria», non è l’unico tentativo di creare confusione. Oltre agli improbabili errori di natura grammaticale, era sbagliato anche il codice di avviamento postale che indicava quello di Avetrana. A proposito di servizi postali, poi, c’è da pensare anche alla facilità con cui una busta indirizzata ad una figura istituzionale, soprattutto in questi periodi di allerta mondiale, sia riuscita a passare dai controlli degli uffici di smistamento della corrispondenza di Bari. Seppure di piccole dimensioni, i due petardi contenuti all’interno, di forma e spessore simili ad una sigaretta, avranno comunque creato un rigonfiamento che con un po’ più di attenzione poteva essere bloccato prima della consegna.
Non ci sono invece dubbi circa l’origine del grave gesto, legato all’infuocato tema del depuratore consortile Sava Manduria che dovrebbe sorgere in zona Urmo Belsito, territorio comunale di Manduria, verso la costa, ma a due passi dall’unica zona residenziale turistica del Comune di Avetrana privo di sbocco a mare. Su questo è nato un braccio di ferro, prima tra le forze politiche delle rispettive amministrazioni dei due comuni, ed ora anche tra cittadini divisi tra chi vuole il depuratore in zona Urmo ma senza scarico a maree (il sindaco di Manduria con l’appoggio di Michele Emiliano) e chi, invece, vorrebbe spostare l’opera verso l’interno evitando così ogni ipotesi di recapito finale dei reflui in mare o, come si prospetta in una terza ipotesi, su un terreno in discesa verso il mare che dista 700 metri.
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